Napolitano: «Le foibe furono una barbarie»

È stata celebrata ieri mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la cerimonia del Giorno del Ricordo. Ma la cerimonia e la sua sede non sono fuggite ad alcune polemiche.
A Roma dopo gli interventi del presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth (ha ricevuto i ringraziamenti di Napolitano), del docente dell’Università di Milano Paolo Segatti e del ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, il Capo dello Stato coadiuvato dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha premiato le scuole vincitrici del concorso “Confine Orientale. Cultura e vita materiale tra la terra e il Mare Adriatico Orientale: i mestieri e la loro impronta nelle arti figurative e nella letteratura”. È stato inoltre consegnato il primo premio delle Olimpiadi d’italiano (Sezione licei italiani all’estero) ad Ana Sverko, studentessa di Fiume. Il Presidente Napolitano ha quindi pronunciato un indirizzo di saluto, prima di un’esibizione dell’orchestra d’archi del Conservatorio Tartini di Trieste. Sono stati anche consegnati i diplomi e medaglie commemorative del Giorno del Ricordo ai familiari delle vittime delle foibe. Erano presenti le più alte cariche dello Stato, oltre agli esponenti delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Sulle foibe «è stato necessario partire da un impegno di verità contro ogni reticenza ideologica o rimozione opportunistica, per potere arrivare alla riconciliazione» ha affermato Napolitano. «Il Giorno del Ricordo - ha aggiunto - serve per rendere giustizia agli italiani che furono vittime innocenti, in forme barbariche raccapriccianti, quelle che si riassumono nella parola foibe, di un moto di odio, di cieca vendetta, di violenza prevaricatrice».
Il presidente dell'Unione degli istriani Massimiliano Lacota ha commentato negativamente la cerimonia al Quirinale. «Per l'Unione degli istriani, la maggiore associazione di esuli italiani dall'Istria per numero di associati, è offensivo e indegno che il Presidente celebri al Quirinale il Giorno del Ricordo, nella responsabile consapevolezza che nella stessa prestigiosa sede, nel 1969, il Maresciallo Tito e diversi suoi gerarchi, responsabili diretti dei massacri di istriani, fiumani e dalmati durante e dopo la Seconda guerra mondiale, furono insigniti della massima onorificenza dello Stato italiano» ha dichiarato Lacota.
E in merito alle cerimonie di Trieste, il presidente dell’Associazione nazionale alpini (Ana) Fabio Ortolani, precisa che alla Foiba di Basovizza le “penne nere”, oltre a intervenire in 350 con in testa il presidente nazionale Corrado Perona, 22 vessilli di sezioni italiane ed estere e 125 gagliardetti di Gruppi, hanno fornito il personale della Protezione civile che ha offerto assistenza per l'afflusso e il deflusso dei partecipanti.
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