Museo Dreher, un viaggio nella storia della birra

di Giovanni Ortolani
«La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici», sosteneva Benjamin Franklin. Tesi di certo condivisa dai soci dell'Associazione birrofila triestina che, nata nel 2001 con lo scopo di diffondere la cultura della birra in città, fino a domenica tiene aperte le porte del Museo Dreher di via Torrebianca 4. Qui sono custoditi cimeli e documenti della fabbrica e della birreria Dreher, storico ritrovo per generazioni di triestini.
Uno degli scopi della Birrofila è proprio quello di salvare dall'oblio materiali storici di vecchie birrerie italiane. E, in particolare, della Dreher di Trieste. Così nel 2009 è stato inaugurato il museo creato con il contributo di numerosi appassionati ed ex dipendenti che hanno donato al museo oppure lasciato in comodato d'uso pezzi unici e rari.
All'interno del museo si trova di tutto. Innanzitutto boccali, menu storici, portatovaglioli, porta-panini, piatti, posacenere, bicchieri e sottobicchieri. Ma anche fotografie, stampe e documenti. Non mancano le divise dei dipendenti, come una tenuta da lavoro degli anni '50. Una divisa di colore marrone e realizzata con un pesante tessuto termico, che i dipendenti indossavano anche d'estate per lavorare all'interno delle celle frigorifere.
Per restare in tema di freddo, al museo non manca una ghiacciaia di legno rivestita internamente con piombo e zinco, dove nei mesi caldi le birre venivano messe a raffreddare insieme al ghiaccio. Al museo Dreher ci sono anche veri e propri pezzi da collezionismo. Come un rarissimo boccale americano di inizio Novecento, formato da una parte in vetro marcata Usa e da un coperchio con impresso il simbolo della Dreher. E ancora oggetti grandi, come la postazione di timbratura del cartellino dei dipendenti: un gioiello di legno ancora perfettamente funzionante, risalente con ogni probabilità ai primi anni del secolo. Oppure piccoli, come una medaglia commemorativa coniata per i primi 25 anni di produzione della birra Dreher.
Nelle bacheche, poi, sono esposti libri cassa, tappi, apribottiglie, una fattura del 1881, buste dei primi '900, lettere e perfino un 45 giri con le musiche di un vecchio carosello pubblicitario della Dreher. E per finire una lunga fila di “stiefel”, i tradizionali boccali a forma di stivale.
Ma l'attività della Birrofila non si limita alla memoria della Dreher. Nella sede dell'associazione troviamo bottiglie di birra artigianale provenienti da birrerie triestine, venete, friulane, slovene e austriache. Ma anche vere chicche: ad esempio la vetrina con bottiglie di birre storiche, come quella della Judtmann, un piccolo birrificio triestino, datata 1905. La Birrofila può contare su un centinaio di iscritti. I soci partecipano a cene, gite e degustazioni di ogni tipo di birre, dalle chiare alle ambrate, passando per stout e weizen. L'associazione propone anche lezioni di storia della birra e delle sue materie prime, ovvero malto, luppolo, orzo e lievito. La maggior parte dei soci, raccontano, ha più di 40 anni. Ma fra di loro è possibile trovare anche insospettabili signore sulla settantina. Che al Burraco e all'uncinetto, evidentemente, preferiscono il gusto di una pils artigianale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo