Museo della civiltà istriana, si parte con l’allestimento

I quaderni di Augusto e la specchiera di Milena: anche questi oggetti erano parte della cultura italiana in Istria, Fiume e Dalmazia e stanno per entrare nel museo dell’Irci che tra qualche mese sarà inaugurato in via Torino. «Siamo finalmente alla svolta definitiva di una vicenda incominciata nel 1983 perché già la legge che istituiva l’Irci prevedeva un sito dove raccogliere le memorie, le concezioni di vita, la civiltà di un popolo costretto a lasciare le proprie terre», ha detto la presidente Chiara Vigini nel corso della conferenza stampa di ieri in cui è stato illustrato l’allestimento che potrebbe essere completato nel giro di sei - otto settimane e inaugurato tra marzo e aprile.
Uno spazio espositivo di quasi 500 metri quadrati con 15 sale tematiche con varie sottosezioni e 20 postazioni multimediali e audio-video: attraverso questi ambienti si snoderà il percorso del visitatore. Chiave di volta di tutto la Sala della rottura: qui una parete obliqua e nera segnerà e chiuderà la stanza del ’900 istriano: un touch screen a parete permetterà di vedere le variazioni del confine orientale nei secoli. Attraverso la parete si entrerà in uno spazio buio con un pavimento in assi di legno quasi instabile. Tre monitor in fondo alla sala racconteranno attraverso immagini e sonoro l’armistizio dell’8 settembre 1943, le Foibe istriane, i bombardamenti di Zara, l’Istria e Fiume nel 1945, la strage di Vergarolla. La sala sarà un passaggio obbligato per ogni visitatore in modo da creare anche una cesura rispetto a quanto si era visto fino a poco prima.
Massimiliano Schiozzi, progettista dell’allestimento e Anna Krekic, collabortatrice scientifica hanno illustrato tutto il percorso. La visita incomincerà al secondo piano con 4 video introduttivi e reperti archeologici di provenienza istriana e dalmata che fanno parte delle raccolte dei musei triestini. Un abito da sposa, le foto di una processione, una parete con antichi proverbi e modi di dire saranno alcuni elementi della sala dedicata al ciclo della vita. Quindi il tema dell’acqua con le imbarcazioni caratteristiche, la pesca, il turismo marino e quello della terra dove alcuni reperti unici nel loro genere saranno adagiati sulla terra rossa istriana. Una passerella di legno consentirà un viaggio attraverso una ricchissima raccolta di oggetti dedicati alla terra: dalla fiangione all’apicoltura, dall’aratura alla produzione del vino. Poi saranno documentate attività imprenditoriali e commerciali attive in Istria e Dalmazia e verranno anche esposti oggetti provenienti da una farmacia e un’oreficeria istriane.
Nella sala 6 verrà ricostruita una classe scolastica con nove banchi e la cattedra. Al terzo piano la cultura con una lunga galleria di personaggi e vicende di letteratura, teatro, arti e scienze. Antonio Santin e Pierantonio Quarantotti Gambini saranno due personaggi chiave della sala dedicata al ’900 in Istria. Dopo la sala della rottura, quella dedicata all’esodo con filanti d’epoca e una sagoma del Toscana. Il Magazzino 18 sarà elemento determinante della sala sul mondo degli esuli, una miriade di immagini tappezzerà un corridoio di pasaggio. Al quarto piano finiranno soto la lente gli istriani, fiumani e dalmati illustri: Mario Andretti, Laura Antonelli, Sergio Endrigo, Ottavio Missoni e altri. Una saletta del sottotetto sarà dedicata a Pier Antonio Quarantotti Gambini, mentre ridiscendendo il percorso si chiuderà al pianorterra dove verrà ricostruita una cucina con cappa e fogolèr.
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