Muore d’infarto durante la battuta di caccia

Vani i soccorsi per il 58enne colto da malore sul sentiero per il monte Spaccato. Era assieme a un gruppo di amici 

TRIESTE La caccia era da sempre una grande passione. E proprio durante una battuta di caccia nel Carso assieme a un gruppo di amici, il triestino R,M., 58 anni, si è sentito male. E si è di colpo accasciato al suolo. Il cacciatore triestino si trovava poco distante dal sentiero 44A di Padriciano (quello che porta al monte Spaccato) quando è crollato su sé stesso nei pressi di una radura a causa di un arresto cardiaco. Nonostante gli immediati tentativi di rianimazione da parte dei compagni di caccia, guidati per telefono dai sanitari della centrale operativa del 112 di Palmanova, e il tempestivo intervento dei sanitari del 118 triestino e del Soccorso alpino e speleologico, non c’è stato nulla da fare per l’uomo.

I soccorritori, giunti in brevissimo tempo sul posto, poco distante da una pista carrozzabile di Padriciano, hanno effettuato il massaggio cardiaco alternandosi per quasi un'ora. Ma non c'è stato nulla da fare per il cuore del cacciatore triestino. Il malore è risultato fatale. Stroncato sul colpo. E così i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. I tecnici del Soccorso alpino e speleologico, dopo i rilievi del medico legale, hanno trasportato la salma con la barella fino agli automezzi parcheggiati a poca distanza dal luogo dell’infarto. Sul posto è arrivata anche una pattuglia della Polizia di Stato di Trieste.

La zona attorno a Padriciano è da sempre area di caccia. Una zona che gli appassionati venatori triestini conoscono come le loro tasche. E il sentiero 44A si articola su piste forestali che si snodano ad anello per 7,4 chilometri dal Centro didattico al valico di monte Spaccato. Si tratta della rivisitazione di un vecchio tracciato di inizio ‘900 e racconta le evoluzioni, i cambiamenti, i progetti e i vari utilizzi di questo territorio. L’itinerario permette di scoprire le zone frequentate dai famosi botanici come il Re di Sassonia, il Marchesetti, il Biasoletto e anche Julius Kugy, che scrisse nel 1931 delle pagine memorabili sulle fioriture del monte Spaccato. —
 

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