Mungitura a mano e fieno dato con la forca: Tomadin fa 70 anni nella stalla senza tempo
TRIESTE La sua è una delle ultime stalle rimaste attive nel Cormonese, e lui rappresenta, con il suo attaccamento al mondo della terra, i valori di un piccolo mondo antico difficile da trovare ancora ai nostri giorni. Si tratta di Silvano Tomadin, che compie oggi 70 anni: un traguardo importante per uno dei pochissimi allevatori rimasti a Cormons e nel Collio. Una tradizione, quella di crescere e nutrire le mucche e produrre il loro latte, che si perde nella notte dei tempi in questa parte rurale del territorio regionale, tramandata fino ad oggi da veri e propri “ultimi Mohicani”. Tomadin è uno di questi: la sua stalla, in cui si contano attualmente tredici mucche, otto manze e cinque vitelle, è attiva dai primissimi anni Settanta, quando la mise in piedi il papà di Silvano, Mario. Oggi è una delle ultime due presenti in centro a Cormons, e la passione per questo lavoro continua ancora in modo forte.
«Da 24 anni mio papà gestisce l’azienda di famiglia - racconta la figlia Elisa - dopo aver lavorato da giovane in Cotonificio a Gorizia ha rilevato l’attività portata avanti precedentemente per anni da nonno Mario e da nonna Olga, che realizzarono la stalla nel lontano 1970, cinquant’anni fa esatti. Entrandovi si conosce davvero il mondo di una volta: non c’è una sala mungitura, papà estrae il latte quasi come una volta, utilizzando un macchinario ad hoc riempiendo poi i secchi che, a mano, trasporta nella sala adiacente dove il latte stesso viene poi ritirato dalle aziende produttrici ogni due giorni». Ma non è solo la mungitura il momento in cui Silvano con il suo lavoro riporta indietro a tempi antichi: «Papà dà da mangiare ai nostri animali con la forca, proprio come una volta», spiega Elisa. E proprio la famiglia è l’altra grande passione di Silvano Tomadin: «Mio fratello Fabio lo aiuta nella stalla a tempo perso nei momenti extra-lavorativi, ed un grande contributo lo fornisce anche mamma Anna. Ma papà è molto affezionato anche alla nuora Marta, al mio compagno Stefano e soprattutto ai due nipotini Chiara e Alessio».
La vita di tutti i giorni è contraddistinta dai ritmi della stalla, ma c’è un momento che Silvano non vuole perdersi per nulla al mondo. Uomo d’altri tempi, è genuino e non è affatto tecnologico, ama fare l’orto ma guai se non trova ogni mattina il tempo per leggere il giornale. La vita di Silvano è dunque improntata sulle virtù del chilometro zero: «Sicuramente: anche per quanto riguarda il cibo, vuole mangiare ciò che viene prodotto nelle nostre zone», evidenzia la figlia. La campagna e i suoi animali, però, sono il centro del suo mondo anche oggi: «La produzione di latte? Dipende in base alle stagioni, è molto variabile a seconda dell’alimentazione e delle gravidanze. Per fornire delle cifre concrete, però, a gennaio papà ha conferito 5.661 litri di latte crudo alla latteria di riferimento. Tutto il latte prodotto viene portato fuori dall’azienda, non produciamo infatti latticini o derivati. È assai lodevole come papà sia profondamente innamorato del suo lavoro: non vuole abbandonare la sua attività nonostante i 70 anni ed il fatto che potrebbe godersi la pensione».
Un ruolo importante, nella vita di Silvano lo ricopre ovviamente la moglie Anna: «Mia mamma lo spalleggia e lo aiuta sul fronte degli incartamenti e della burocrazia, argomenti che comunque segue ancor oggi sempre lui», continua Elisa. Tutto, ovviamente, ruota nella stalla attorno alla figura di Silvano: «Credo che raccontare la sua storia possa essere un bel regalo di compleanno per papà ma anche per la sua Cormons: forse non tutti sanno che esiste una realtà non intaccata dalla tecnologia come la sua, ancora genuina ed attaccata ai sani principi di una volta. Vale la pena di essere salvaguardata». E chissà se questa mattina, dopo essersi alzato presto per controllare la situazione delle sue bovine, il signor Tomadin si emozionerà nell’aprire il giornale e scoprire che si sta parlando di lui e della sua storia d’altri tempi. —
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