Multe più salate del ticket per chi non annulla le visite
Scatta il nuovo sistema di sanzioni. Riccardi: «Così potremo anche ridurre le liste d’attesa»

Medici e infermieri in un reparto
TRIESTE Può costare salato prenotare una visita specialistica e poi scordarsi di annullarla se si manca all’appuntamento. Poco importa se si decide di rivolgersi a una struttura privata che magari riesce a garantire prima la prestazione, la multa arriverà comunque e l’importo potrà superare il valore del ticket. Lo prevede la riforma sanitaria e gli sconti non saranno ammessi.
Il meccanismo scatterà non appena le Aziende sanitarie si adegueranno alla nuova legge. «Abbiamo inserito il meccanismo di sanzione – spiega l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi – per ridurre soprattutto le liste d’attesa. Adottata dalla riforma, la sanzione dovrà essere recepita nei piani che le singole aziende devono predisporre». Riccardi non ha dubbi: «Quello delle mancate disdette delle prenotazioni di visite specialistiche è un fenomeno importante che determina uno degli elementi di crisi soprattutto sulle liste d’attesa». Oggi, spiega sempre l’assessore, «a chi prenota la visita e poi non la va a fare senza disdire, viene richiesto il pagamento del ticket, mentre a chi si sottopone alla visita o agli esami clinici e non ritira il referto dell’esito viene addebitato il costo dell’intera prestazione».
Solo l’Azienda sanitaria 5 di Pordenone, nell’anno in corso, ha notificato 108 sanzioni amministrative, pari al ticket delle prestazioni, per mancate disdette o mancate presentazioni a visite ed esami, per un importo di 4.323 euro. La mancata presentazione o la disdetta intempestiva causano un danno rilevante alla collettività e in particolare a quegli utenti che sono in attesa di una prestazione. Nella sola Azienda sanitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, mediamente, vengono dimenticati 600 referti all’anno. Tanti i pazienti che dopo essersi sottoposti agli esami non vanno a ritirare i referti. Senza contare che prima di arrivare a questo punto l’Azienda mette in atto la rete dei solleciti. Tutto questo ha un costo che il sistema non può più sopportare.
Trieste, in passato, ha già cercato di anticipare il sistema sanzionatorio, ma la sperimentazione si è arenata a seguito di alcuni contenziosi. Riccardi lo ricorda e ha sdoganato il concetto di responsabilità attraverso la riforma approvata circa un mese fa dal Consiglio regionale. «Approvato anche il piano regionale delle liste d’attesa, ora, nel giro di qualche settimana le singole aziende sanitarie presenteranno le loro programmazioni» insiste l’assessore secondo il quale la riforma puntando sulla presa in carico del paziente, contribuirà a ridurre non solo le liste d’attesa, ma anche i disagi ai cittadini che chiedono servizi sul territorio.
Il piano regionale delle liste d’attesa prevede 14 diverse visite specialistiche a cui si sommano le prestazioni strumentali, dalla mammografia alla Tac, dalla Risonanza magnetica all’ecografia, dalla colonscopia all’elettrocardiogramma per un totale di 68 prestazioni. Nella ricetta che il medico compilerà per farci avere la visita specialistica o l’esame, dovrà essere obbligatoriamente inserito sia il criterio di priorità, sia il quesito diagnostico, ovvero il perché si fa quel determinato esame o il perché ci si reca dallo specialista. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video