Multe contro i portuali No green pass: il Coordinamento di Trieste annuncia la battaglia in Tribunale

Il Clpt intende contestare in tribunale 28 casi “ai danni dei lavoratori del Porto di Trieste”
Lilli Goriup
I vertici del sindacato: da sinistra Sandi Volk e Sebastiano Grison (foto Lasorte)
I vertici del sindacato: da sinistra Sandi Volk e Sebastiano Grison (foto Lasorte)

TRIESTE Il Coordinamento lavoratori portuali Trieste (Clpt) per la prima volta interviene pubblicamente sui provvedimenti disciplinari che di recente hanno colpito gli aderenti allo sciopero No Green pass autunnale. Ieri (venerdì 8 aprile), il presidente Sebastiano Grison e il segretario Sandi Volk hanno parlato di «vere e proprie rappresaglie generalizzate» ai danni dei lavoratori del porto, criticando nello specifico le motivazioni addotte da Adriafer e Trieste Marine Terminal (Tmt) nel sanzionare i dipendenti che da ottobre in poi avevano partecipato alle mobilitazioni: il Clpt intende contestare in tribunale 28 casi di questo tipo.

Esiste poi un caso di cambio mansione deciso da Porto Trieste servizi (Pts), che il sindacato disconosciuto dall’Authority ha definito un «demansionamento punitivo», portando a testimonianza di ciò copia di una lettera aziendale, datata 29 ottobre 2021, in cui si informava il lavoratore che dal 1° novembre «svolgerà la propria attività lavorativa da lunedì a sabato con turnazione settimanale alternata di 36 ore – si legge nel testo –. A seguito di tale cambiamento inoltre non le verrà più corrisposta l’indennità di coordinatore precedentemente concordata». «Tale demansionamento - commenta Volk - ha comportato una perdita di 300 euro e un orario ad hoc per isolare questa persona dai colleghi. L’interessato si è rivolto a un legale». Contattata per una replica, Pts ha soltanto confermato di aver risposto tramite avvocato.

Così ancora Volk: «Girano voci di episodi simili nonché tagli e privatizzazioni, capaci di alimentare un clima di terrore nelle varie aziende, tuttavia non possiamo dimostrarlo. Ma la cosa più grave sono le decine di sospensioni disciplinari stabilite da due aziende: sembra una voglia di vendetta».

Adriafer e Tmt avevano emesso rispettivamente 27 e 13 provvedimenti di sospensione, a carico di lavoratori che avevano aderito allo sciopero No pass.

Il Clpt ora si prepara ad affiancare i portuali nel contestare in tribunale 28 di questi casi, tra cui i 27 Adriafer e uno Tmt, con l’obiettivo di «far rimborsare ai lavoratori i giorni di sospensione disciplinare oltre che risarcire i danni – ha proseguito Volk –. Adriafer ad esempio ha contestato un’assenza ingiustificata a una persona che non aveva precedentemente comunicato di non avere il Green pass, ma il fatto è emerso in seguito dalle audizioni. L’azienda non aveva mai chiesto di comunicare il possesso del certificato verde prima del 15 ottobre. Tmt invece aveva pubblicato un modulo che chiedeva di spiegare ai lavoratori se avessero il Green pass da tampone o di più lunga durata: tale richiesta è una illegale violazione della privacy. In Italia esiste ancora uno Stato di diritto oppure ormai vale tutto?»

Dalle aziende nessun commento in merito. —

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