Multe alle auto straniere: a Trieste Il 70% non le paga
TRIESTE Se gli automobilisti stranieri pagassero le multe, nelle casse dell’amministrazione comunale lo scorso anno sarebbero entrati almeno altri 178mila euro. Perché nel 2016, delle 3.217 sanzioni comminate a conducenti e proprietari di veicoli con targa straniera per mancato rispetto del Codice della strada, solo 961 sono state saldate. Per le restanti 2.230 (le altre 26 risultano archiviate per errori di trascrizione), ben il 70 per cento del totale, poco si potrà fare visto che la Polizia locale, malgrado gli sforzi e l’impegno, fa difficoltà a reperire i dati relativi ad una targa ad esempio austriaca, croata o slovena. Questo perché la direttiva europea intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale, presenta delle lacune, indicando la possibilità di scambio di dati per certe infrazioni e non per altre.
Un problema che si protrae da decenni e che a Trieste, per la sua posizione geografica di confine, pesa più che in altre città italiane, con centinaia di migliaia di euro cadute ogni anno nel vuoto. Esaminando i dati forniti dalla Polizia locale, emerge che nel 2016 su 3.217 sanzioni elevate a chi era al volante di un’autovettura con targa straniera – prevalentemente cittadini sloveni, croati, austriaci e tedeschi –, 961 sono state incassate. «Nello specifico, – precisa Sergio Abbate, comandante della Polizia locale – 438 sono state pagate perché l’infrazione al conducente è stata contestata immediatamente, è stato colto sul fatto, mentre negli altri 523 casi la sanzione con senso civico è stata saldata successivamente». Calcolando che in media da una multa per il mancato rispetto del Codice della strada si incassano 80 euro, le sanzioni non pagate ammontano in tutto a circa 178mila euro.
La Polizia locale, quando la multa non viene pagata immediatamente o entro i termini stabiliti, si attiva per riuscire a ottenere i dati necessari all’identificazione del proprietario dell’auto e per procedere così alla notifica del verbale. «Ma l’operazione è sempre difficile – denuncia Abbate –: dobbiamo procedere attraverso i consolati e le poche volte che i dati vengono forniti i tempi sono tali da far cadere la sanzione in prescrizione. Tra i Paesi più collaborativi ci sono la Germania, l’Ungheria e la Romania – valuta il comandante –, i meno collaborativi sono Francia e Croazia». Il problema si presenta anche con i camionisti turchi, ma il più delle volte è possibile coglierli sul fatto e riuscire a incassare la sanzione. Lo scorso anno in 47 casi la Polizia locale ha potuto, grazie al reperimento dei dati anagrafici del proprietario dell’automobile, notificare la sanzione. E in 37 casi si è riusciti in questo modo a ottenere il pagamento. Per gli altri 10, malgrado la Polizia locale sia in possesso di nome, cognome e indirizzo dell’intestatario, sarà pressoché impossibile incassare il dovuto.
C’è anche da tener presente che quando un cittadino italiano non paga una multa interviene l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Con uno straniero questo non è possibile. Non si possono avviare provvedimenti punitivi come ad esempio il fermo auto che invece è possibile applicare nei confronti di un italiano. Insomma quando la targa è straniera, nella maggior parte dei casi una multa resta lettera e la procedura di esigibilità si fa più complicata. Il meccanismo è molto diverso quando i triestini si spostano oltre confine. Lo sa bene chi, durante una vacanza ad esempio in Croazia o in Austria, ha subito gli effetti di una “svista” rispetto al Codice della strada. La multa viene recapitata in tempi brevi e in certi casi i Comuni stranieri si affidano ad agenzie di riscossione per riuscire a recuperare il dovuto. «In Italia, a differenza degli altri Paesi europei, esiste il Pra, il Pubblico registro automobilistico – spiega Abbate – a cui ormai è possibile accedere anche online consentendo un facile recupero dei nostri dati».
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