Muggia si interroga sui selfie a luci rosse degli adolescenti

Politici, sportivi ed educatori esprimono preoccupazione. «Serve un’assunzione di responsabilità delle famiglie»
Una veduta di Muggia
Una veduta di Muggia

MUGGIA. Parzialmente stupita e affranta. Muggia si è risvegliata così, ieri mattina, nel venire a conoscenza di due episodi a luci rosse accaduti quest'estate in due luoghi pubblici in pieno giorno. L'ardore giovanile di una coppia sorpresa a fare sesso su una panchina vicino al campo gioco di Zindis e l'audacia di una teenager intenta a scattarsi dei selfie alle parti intime vicino al Castello di Muggia hanno suscitato un vivace dibattito tra genitori, politici ed educatori. «Da genitore e da ex adolescente posso dire che la coppietta di giovani che si imbuca per fare sesso fa parte della storia del mondo. Una volta erano i boschetti. Adesso qualcuno ha preferito una panchina, perfettamente visibile. Cambiano i tempi, evidentemente, resta il fatto che la visione perbenistica che alcuni vogliono ostentare a Muggia su questo argomento mi fa ridere».

 

Selfie osè e sesso all’aperto. Allarme baby hard a Muggia
Le mura del castello di Muggia: nei paraggi la ragazzina si è spogliata per fotografarsi col cellulare

 

Stefano Decolle, padre oltre che assessore della giunta Marzi, sembra non condannare l'azione dei due giovani: «No, attenzione, quando fai sesso in un luogo pubblico il rischio è di una sanzione penale, quindi non c'è da scherzarci su. Trovo molto più preoccupante chi fotografa il proprio corpo. I social non sempre sono controllabili come pensano i giovani e anche qualche adulto, e la voglia di farsi riconoscere e apparire è sempre più spasmodica».

Basita invece Roberta Vlahov consigliere comunale e madre di un giovane di 22 anni: «Sembra che ai ragazzi non vengano insegnati i pericoli in cui possono incorrere assumendo questi atteggiamenti. Trovo che le famiglie, assieme alla scuola e alle altre istituzioni, debbano ascoltare di più i giovani. Quanto accaduto a Muggia è un problema molto grave, da non sottovalutare e da affrontare, con serenità, ma anche con fermezza».

Marco Finocchiaro, consigliere comunale, padre, ma anche segretario della società di canottaggio Pullino, mette in evidenza la sinergia che deve instaurarsi tra sport, scuola e associazioni: «La nostra società sportiva, come altre, è molto impegnata soprattutto verso la fascia adolescenziale, la più critica e fragile. Cerchiamo di infondere valori sportivi che fanno parte della vita, come il rispetto e la solidarietà. Certo non si può pretendere che una società sportiva si prenda carico dell’educazione di un figlio». La percezione di Finocchiaro è che «più di qualche famiglia cerchi con la scuola e il mondo dello sport di sopperire alle mancanze nell’educazione dei propri figli».

Rudy Palermo, padre e istruttore di calcio con il Muglia, punta il dito contro la tecnologia: «Sono allibito. Fatti che purtroppo sentiamo ai telegiornali possono accadere anche a Muggia. Internet e i social network possono fare danni pazzeschi. I ragazzi di oggi vogliono sentirsi protagonisti, sfidando le regole, rischiando invece di fare pericolosi danni, soprattutto verso se stessi». Palermo mette sul piatto della bilancia anche il ruolo delle famiglie: «Una una volta c'era più rigidità, oggi invece viene data più libertà, ma la libertà di sbagliare è sempre dietro l'angolo, soprattutto quando c'è il desiderio di emulare comportamenti sbagliati».

Anna Demarchi, consigliere comunale, educatrice nella vita di tutti i giorni, si dichiara non stupita da quanto accaduto: «Come detto anche da Don Alex Cogliati sono cose che purtroppo succedono. Sono convinta che non tutti i giovani muggesani si comportino così. Rimane il fatto che sono episodi che preoccupano e che possono sfociare in atti di bullismo o emarginazione sociale». Rimedi? «E' un fenomeno difficile da arginare - conclude Demarchi - sicuramente tacere non porta a niente, meglio parlarne e cercare un modo sano per affrontare la questione».

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