Muggia “sfida” Trieste sulle nozze gay
MUGGIA. Il Comune di Muggia non fa differenze ed è pronto ad accogliere, nella sala del Consiglio, dove si celebrano i matrimoni, anche tutti coloro che intendono procedere alla costituzione delle unioni civili. Basterà farne richiesta.
La presa di posizione dell’amministrazione muggesana, dettata con determinazione dalla neo eletta sindaco, Laura Marzi, non lascia spazio a dubbi, ed è destinata, ad alimentare ulteriori polemiche vista la scelta diametralmente opposta del neoeletto sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, deciso a non concedere la sala matrimoni a chi vuole formalizzare un’unione civile. Contro la posizione del sindaco di Trieste è già intervenuta pesantemente, tra gli altri, la senatrice Pd Monica Cirinnà, protagonista della legge 76/216.
«Dato che la coppia che vuole costituire un’unione civile può individuare liberamente il Comune a cui rivolgersi, indipendentemente dalla residenza, scegliendo un qualsiasi Municipio come sede della cerimonia - precisa Marzi - ribadisco che Muggia è pronta ad aprire le porte a chiunque. La nostra cittadina - prosegue il sindaco - è contro la cultura dell’odio e della discriminazione. La diversità è una ricchezza, un elemento sul quale si basa la nostra comunità e che si è dimostrata essere una risorsa per il nostro passato. Di certo - aggiunge - lo sarà anche per il nostro futuro».
Una scelta di campo molto chiara: «Non credo che sia un gesto come questo, cioè garantire la disponibilità a ospitare le coppie che voglio formalizzare un’unione civile, a fare la differenza - precisa Marzi - ma l’impegno che quotidianamente dovrebbe essere manifestato da tutti per educare alla differenza e alla convivenza, alla condivisione tra le diversità, perché le paure nascono troppo spesso proprio dall’ignoranza». Una frase forte, che non lascerà certamente impassibile Dipiazza, schierato su un fronte contrapposto.
Tecnicamente, la richiesta di costituzione dell’unione civile va presentata congiuntamente da entrambi i componenti della coppia all’ufficiale dello stato civile, indicando nome e cognome, data e luogo di nascita, cittadinanza e luogo di residenza, e dichiarando l’insussistenza di eventuali cause che possano impedire la costituzione dell’unione civile stessa, la cui disciplina è delineata all’art. 1, comma 4, della legge 76/2016. A quel punto, l’ufficiale dello stato civile, verificati i presupposti di legge, redige un verbale della richiesta e lo sottoscrive unitamente alle parti, che invita a comparire di fronte a sé in una data, indicata dagli interessati, successiva al termine di 15 giorni previsto dalla legge per la celebrazione dell’unione civile. Per questo istituto non vanno effettuate le procedure per le pubblicazioni, previste invece per il matrimonio.
Nel 2015 sono stati 50 i matrimoni celebrati nella sala del Consiglio muggesano. Di questi, ben 17 sono stati quelli che hanno visto protagoniste persone non residenti. Nell’anno in corso, ad oggi sono 21 i matrimoni già celebrati, ai quali se ne aggiungeranno altri 8 entro ottobre.
«Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso - riprende Marzi - le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri, la legge lo dice chiaramente. È giunto quindi il momento di essere civili e di fare un primo passo verso la pari dignità e la piena uguaglianza. Noi, a Muggia, siamo pronti».
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