Muggia, scoppia la crisi tra comunisti e Nesladek
MUGGIA. «Questa amministrazione non ha più niente di sinistra: la mia permanenza al suo interno potrebbe avere i giorni contati».
Scricchiola l’appoggio a Nerio Nesladek da parte della Federazione della Sinistra. Maurizio “Lola” Coslovich, segretario politico di Rifondazione comunista e capogruppo consigliare del soggetto politico che alle elezioni del maggio scorso ha unito Rifondazione e il Partito dei Comunisti italiani per dare forza alla ricandidatura di Nesladek, ha aperto ufficialmente una crisi di governo.
Spiega: «Abbiamo aderito al progetto del centrosinistra con la candidatura di Nesladek per poter battere la destra, ma ora ci troviamo in una situazione insostenibile. Reduci dalla manifestazione di Roma in cui abbiamo sostenuto con forza il no all’Imu siamo tornati a Muggia con l’amministrazione Nesladek che appoggia l’istituzione di quella che è una tassa ingiusta sulla prima casa».
Insomma: la situazione politica nazionale si ripercuote anche a livello locale. E che i rapporti tra la FdS e il resto della maggioranza (in particolare Pd e Sel) siano sempre più tesi è ben testimoniato anche dalle ultime due riunioni dei Consigli comunali muggesani. Il primo episodio è stata l’assenza di Coslovich durante il voto del bilancio. «Essendo contrario all’Imu ho preferito non presenziare evitando così di uscire dall’aula come hanno fatto i consiglieri d'opposizione», spiega il capogruppo comunista. Il secondo episodio invece risale all’ultima riunione del Consiglio. Dopo che Sinistra ecologia e libertà ha presentato un documento contro l’abrogazione dell’articolo 18 si è creata una situazione di altissima tensione. Il capogruppo del Pd Riccardo Bensi ha infatti annunciato che non avrebbe votato il testo così come proposto. Da lì una sospensione della seduta per oltre 30 minuti non ha affatto risolto la questione. «Al rientro in aula si sono votati degli emendamenti che hanno stravolto il senso iniziale del documento togliendo i veri motivi a tutela dei lavoratori per cui era stato presentato», spiega Coslovich. E il Sel? «Hanno calato le braghe ed hanno votato a favore», dice il capogruppo. Da qui l’annuncio ufficiale: «Non so ancora per quanto tempo farò parte di questa maggioranza». Per ora è «il rispetto del voto dei cittadini che mi hanno voluto in Consiglio» a non indurre Coslovich a possibili colpi di coda.
Dopo una prima riunione del direttivo, questa settimana l'assemblea aperta ad iscritti e simpatizzanti si riunirà nella sede di via Roma per decidere il da farsi. Ma cosa accadrà dunque adesso? E come si comporterà l’assessore esterno (indipendente) Giorgio Kosic? Coslovich mette le mani avanti: «L’assessore Kosic sta lavorando bene per il sociale e non essendo un tesserato del partito sarà lui a decidere cosa fare». Due gli scenari possibili sul futuro della FdS muggesana: in caso di dimissioni di Coslovich, l'assessore Kosic, il secondo più votato della FdS con 33 preferenze (3 in più rispetto a Denny Coslovich, figlio di Maurizio), diverrebbe automaticamente capogruppo. Più probabile però, proprio per rispettare gli 80 muggesani che hanno votato Coslovich, che l’attuale segretario politico di Rc decida di rimanere. Togliendo l'appoggio formale a Nesladek e passando all'opposizione.
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