Muggia, presto una regola per i dehors “selvaggi”

Da cinque mesi il Comune ha adottato una normativa dedicata all’arredo urbano Adesso un incontro con gli operatori per renderla operativa in vista dell’estate
Di Davide Ciullo
Lasorte Trieste 27/03/13 - Muggia, Piazza Marconi
Lasorte Trieste 27/03/13 - Muggia, Piazza Marconi

MUGGIA. Da cinque mesi Muggia ha un regolamento dehors, che sovrintende alla disposizione dell’arredo urbano nel centro storico e in prossimità di esso, e all’occupazione temporanea del suolo con strutture o attrezzature stagionali e con qualsiasi “opera minore”. Cestini, panchine, fioriere, gazebo: ogni oggetto è contemplato nel documento, varato nell’ottobre scorso dal Consiglio comunale. Ma quel regolamento, si affretta a precisare l’assessore al commercio, nonché alla promozione e alla cura della città, Stefano Decolle, «non è una tavola della legge: attendiamo osservazioni e proposte».

Un primo incontro tra l’amministrazione e un’assemblea “aperta” composta da esercenti e cittadini si è svolto all’inizio della scorsa settimana: vi hanno preso parte una cinquantina di persone. Prossimamente se ne faranno altri. D’ora in poi, spiega infatti Decolle, il dialogo dovrà essere ancor più assiduo, poiché il regolamento dehors è stato approvato con una norma transitoria che permette di procedere in deroga per sei mesi.

Al termine di questo periodo di tempo, tutti i manufatti dovranno essere censiti e rispondere ai requisiti previsti dalla legge. Insomma: di tempo per mettersi d’accordo non ce n’è moltissimo, e d’altro canto esiste un’urgenza reale di regolare l’utilizzo del suolo muggesano al fine di renderlo più accogliente per i cittadini e i visitatori, soprattutto in vista della bella stagione.

«La legislazione italiana – precisa Decolle – prevede che qualsiasi struttura destinata a permanere per meno di 120 giorni sul terreno, non essendovi dunque ancorata, sia soggetta al rilascio di un’autorizzazione paesaggistica, con tempi di attesa spesso molto lunghi». Esiste, tuttavia, un accordo tra Stato e regioni che consente di “bypassare” la procedura, qualora i manufatti e le strutture temporanee per servizi commerciali abbiano determinate dimensioni, e un certo tempo di permanenza sul suolo. Di qui, l’esigenza di affrontare la questione con una normativa comunale che renda chiaro quali oggetti si possono posare liberamente e quali, viceversa, richiedono il temuto nullaosta.

«Abbiamo discusso di quello che si potrà fare per giungere ad un’applicazione del regolamento più condivisa possibile: dobbiamo riconsiderare ogni elemento non fisso dell’arredo urbano, escluse tabelle, verande e tende che viceversa sono “ancorate” e devono quindi passare obbligatoriamente per l’autorizzazione paesaggistica», prosegue l’assessore.

L’obiettivo primario è rendere i dehors decorosi e gradevoli alla vista: «È necessario discutere insieme di vivibilità urbana, soprattutto con riferimento a piazza Marconi, al Mandracchio e al molo, dove ci sono alcune cose da rivedere», ammette Decolle.

C’è ottimismo: «Tutti vogliono salvaguardare il tessuto urbano, migliorando il “biglietto da visita” di Muggia, rendendola più accogliente e più bella», dichiara l’assessore. Il quale, in conclusione, puntualizza: «Questa normativa è stata “confezionata” in casa dagli uffici comunali, senza spese per consulenze esterne, ed è la garanzia che nessuna decisione verrà calata dall’alto sulla cittadinanza».

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