Muggia diventa un pollaio con i carri di Bulli e Pupe: «Galline, galli, faraone di carta e in carne e ossa»
Nata nel 1960, fra scissioni e nomi cambiati, la compagnia di carnevale al lavoro nel capannone in mezzo a pistoni idraulici e aria compressa

Raccontare le emozioni e le speranze delle otto compagnie del Carnevale muggesano, alle prese con carta, colla, ferro, pennelli, aerografi all’interno dell’intricatissimo capannone di via Trieste. Nella terza puntata è il turno di Bulli e Pupe, compagnia nata nel 1960, in parte da una scissione della Brivido, erede di fatto del Circolo di cultura popolare “Luigi Frausin”, che aveva partecipato alla prima edizione del 1954.
La compagnia, come descrive Diego Crevatin nel suo accuratissimo doppio volume “Carnevale muggesano” edito dalla Luglio editore, si sviluppa per volontà dell’allora presidente Miro Robba. La compagnia nasce con il nome di “Muli e Pupe”, vista la giovane età dei componenti, ma già nel 1962 si trasformerà in Bulli e Pupe, nome trainato anche dal grande successo dell’omonimo film con Maurizio Arena e Alessandra Panaro.
Siamo in pieno boom economico con l’epopea degli anni Sessanta appena cominciata. La compagnia, nel corso della sua storia, si è aggiudicata quattro edizioni: la prima nel 1988, poi il mini filotto 2015-2016, e infine l’ultima nel 2020, l’ultima edizione prima della pandemia. Quest’anno il tema è “Galline” al grido di “coccodè” tra galline, faraone, galli, comprese “la galina con do teste” di asburgica memoria. Fino alle galline tristi e arrabbiate degli allevamenti intensivi.
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Nel capannone di via Trieste, fra impalcature, telai di ferro e blocchi di cartone, ecco lo spazio dedicato proprio a Bulli e Pupe dove si può incontrare, alle prese con l’allestimento di uno dei carri, Andrea: «I lavori procedono molto bene, stiamo facendo gli ultimi ritocchi. Quest’anno vedrete le galline in tutte le salse, in tutte le forme e in tutte le misure. Abbiamo cominciato agli inizi di novembre a lavorare sul carro principale, rifacendo ex novo tutti gli impianti, da quello elettrico a quello idraulico».
Il carro principale rappresenta una storia divisa in tre fasi: dietro ci sarà il sole, che sorgerà dal retro della “caponaia”, dopodiché arriverà il galletto, che salirà su, mosso da dieci movimenti ad aria compressa, un’innovazione apportata quest’anno. Infine una gallina che da posizione distesa si alzerà in maniera eretta. La struttura, infatti, è mossa da pistoni idraulici. I carri grandi sono tre più: ossia quello principale, quello della caponera delle galline in batteria, quindi l’allevamento intensivo e quello che rappresenterà l’Egitto e le galline faraone, oltre ad altri quattro carri minori.
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La presidente della compagnia è Elena Furlani, una delle due donne di questo carnevale muggesano – l’altra è quella della della Lampo, Patrizia Racar – mentre gli altri sei presidenti sono uomini. Ma quanti sono i volontari della compagnia Bulli e Pupe? «Nel capannone lavorano in media quindici persone, dai 12 ai 60 anni. Siamo orgogliosi di tutti ma soprattutto dei nostri ragazzi e ragazze più giovani, i nostri pulcini tra noi galli e galline», scherza la presidente riferendosi al tema scelto per la sfilata.
Pensando anche al podio. La vittoria del 2020, infatti, è ancora fresca: c’è la speranza di ripetersi a distanza di cinque anni, dei quali ben due trascorsi senza poter festeggiare? «Noi – evidenzia Furlani – puntiamo a divertirci e a far divertire. Ma se arriviamo bene siamo ancora più felici». Infine la presidente di Bulli e Pupe trova un aggettivo per descrivere il carro principale da schierare a Muggia: «Divertente, tecnico e scenografico. Un lavoro a più mani e più menti che dimostra quanto teniamo al lavoro di squadra». —
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