Muggia, ancora bloccata l’area ecologica di Vignano

Il centro raccolta rifiuti del comune attende ancora il via libera del ministero Gretti (Pdl): «Non è ancora arrivato il verbale della conferenza dei servizi»
Di Riccardo Tosques
Lasorte Trieste 29/02/12 - Muggia, Vignano, Centro Raccolta Rifiuti
Lasorte Trieste 29/02/12 - Muggia, Vignano, Centro Raccolta Rifiuti

MUGGIA. Quando sarà risistemato il Centro di raccolta comunale? I ritardi sull'operatività della piazzola ecologica sita il località Vignano sembrano non avere fine. A evidenziare la situazione di stallo è il consigliere comunale muggesano del Pdl, Christian Gretti: «Il piano di caratterizzazione è già fatto. Le analisi effettuate nell’aprile del 2011 avevano dati abbastanza confortanti, in quanto risultavano pulite su quelle fatte sui terreni e dei sforamenti invece su quelle sulle acque (manganese e idrocarburi su un campione e solo idrocarburi sull’altro), ma l’area non è ancora pronta».

I vistosi ritardi, secondo l’esponente pidiellino, sono da ricercare al di fuori del contesto muggesano: «I ritardi tra il piano di caratterizzazione ed i successivi step per il completamento dei lavori della sistemazione dell’area stanno in due fattori: la mancata validazione da parte dell’Arpa dei campioni prelevati nell’aprile del 2011 e il lungo tempo passato per la convocazione da parte del Ministero della conferenza dei servizi (fatta appena nell’agosto di quest’anno, ndr) luogo deputato per la presa d’atto della situazione dell’area e per le successive scelte operative. Purtroppo ad oggi non risulta inviato al Comune il verbale di tale conferenza». Come risaputo l'area del Centro raccolta è compresa nel perimetro del Sito inquinato di importanza nazionale (Sin) di Trieste. Pertanto, prima di poter procedere con i lavori di sistemazione dell'area, è necessario redigere l'eventuale analisi di rischio e la successiva bonifica o messa in sicurezza permanente. L'amministrazione comunale ha poi affidato quest'anno la redazione della caratterizzazione dell'area, al fine di procedere successivamente con la progettazione operativa degli interventi di bonifica e la sistemazione definitiva del centro di raccolta. «C’è da dire che le analisi effettuate sulle acque risultano fatte in un momento di “magra” - prosegue Gretti - con probabile concentrazione degli elementi trovati e il conseguente sforamento, per cui in condizioni normali, ci potrebbero essere dei valori conformi alla normativa vigente. Il passo successivo deve essere una rianalisi delle acque che nel caso di ulteriori sforamenti sfocerebbe nell’effettuare un’analisi di rischio e la successiva bonifica».

Nel caso in cui le analisi andassero invece a buon fine basterebbe un piano di monitoraggio che ovviamente comporterebbe meno spese e meno burocrazia. Il prossimo passo sono però i lavori veri e propri con la creazione di una base di cemento, e tutti gli accorgimenti tecnici del caso - vedi pozzetti per eventuali liquidi che dovrebbero disperdersi - per lo stoccaggio dei rifiuti che verrebbe a costare 230mila euro anche questi facenti parte di una richiesta di fondi (ancora da inoltrare) alla Regione con percentuale del 23% a carico del Comune. «Ovviamente, vista la rilevanza territoriale che ricopre la piazzola ecologica, è auspicabile – conclude Gretti - l’accettazione da parte della Regione, una volta capito cosa bisogna fare per l’eventuale bonifica, della richiesta di fondi del Comune».

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