Muggia, alle Noghere l’invasione delle tartarughe “killer”

MUGGIA. Sono entrate in Italia con il passaporto e ora sono pronte a chiedere la cittadinanza muggesana. Sono le oltre 500 tartarughe della Florida che per colpa dell'uomo hanno silenziosamente colonizzato gli otto Laghetti delle Noghere. L'invasione del biotopo ha raggiunto un boom negli ultimi tre anni di fronte al quale Enrico Benussi, naturalista triestino, tra i massimi conoscitori dei laghetti, ha deciso di lanciare l'allarme: «Chi pensa di disfarsi delle proprie tartarughine di casa rilasciandole a Muggia o nei laghetti del Carso deve smetterla: alle Noghere l'ecosistema è oramai quasi compromesso».
In gergo scientifico si chiama "Trachemys scripta". È la famosa piccola tartaruga d'acqua dolce dalle guance rosse, di circa 5 centimetri (ma anche meno), acquistabile facilmente nei negozi di animali, destinata a popolare gli acquari di casa. La bestiola, originaria della Florida, ha una caratteristica piuttosto naturale che però spesso viene scordata: cresce. Crescendo può arrivare sino ai 20 centimetri di lunghezza, sviluppando di molto il proprio becco, fattore che la rende un animale potenzialmente pericoloso per l'uomo.
«Sono animali alloctoni, ossia importati da altri Paesi che però, a sorpresa, sono riusciti ad acclimatarsi perfettamente alle nostre temperature» racconta il naturalista Benussi. Queste sue caratteristiche di resistenza al freddo è uno dei motivi per cui la “Trachemis scripta” è stata inserita nell'elenco mondiale delle 100 specie più invasive. Ai Laghetti nelle Noghere le tartarughe dalle guance rosse hanno di fatto soppiantato la specie autoctona, la “Emys orbicularis”, ossia la testuggine palustre europea. «Le tartarughe che oggi dominano i laghetti con un numero che oggidì supera il mezzo migliaio di esemplari, molto aggressive. Hanno scacciato le tartarughe locali e sicuramente stanno alterando l'ecosistema del biotopo» prosegue Benussi.
Le cosiddette “guance rosse” si nutrono di altri pesci, girini ma non disdegnano i vegetali. Fortunatamente pare che non vengano nutrite dai curiosi che si affacciano, soprattutto nei week-end, all'interno del biotopo. Nei Laghetti delle Noghere si possono trovare carpe e lucci di grandi dimensioni ma anche scardole, nonché qualche esemplare di persico sole, quest'ultimo altra specie alloctona, immessa anni fa da pescatori sportivi. Presenti anche rane e rospi. «La storia delle tartarughe della Florida ricorda molto da vicino quella delle nutrie – aggiunge Benussi –, animali importati da altri Paesi che poi hanno colonizzato e invaso i nostri ambienti naturali. La differenza è che forse le tartarughine ispirano più simpatia rispetto ai toponi». Ma quale soluzione potrebbe risolvere la questione? «Forse è già troppo tardi – replica Benussi – ma un'azione di trappolaggio potrebbe sicuramente risanare la situazione. Fermo restando che poi ci vorrebbe qualcuno disposto a sobbarcarsi la presenza di 500 tartarughe, troppe anche per l'Enpa».
Ma quali sono le sanzioni previste per chi “scarica” la propria tartarughina alle Noghere o in altre aree d'acqua dolce? La Legge regionale 9, 23 aprile 2007 e il regolamento del 20 marzo 2009 n.074/Pres disciplinano la cosiddetta introduzione di specie animali non appartenenti alla fauna regionale con una sanzione di soli 50 euro con pagamento in misura ridotta. Il vicesindaco di Muggia Laura Marzi affronta di petto la questione: «Spiace constatare l'inciviltà di persone che sottovalutano l'importanza della vita degli esseri viventi. Spesso fa più notizia l'abbandono dei cani ma in realtà qualsiasi animale di compagnia merita rispetto. Invece gli animali, che da piccoli sono sempre carini, per molti quando crescono diventano grandi e ingombranti, motivo per il quale vengono abbandonati, anche nelle acque dei Laghetti delle Noghere. Spero che vi sia una maggior presa di coscienza da parte delle persone».
Intanto comunque le tartarughe delle Noghere aumentano e prolificano. È facile imbattersi nei periodi giusti nelle uova di questi animali che paiono per altro aver contribuito alla scomparsa del leggendario luccio da un metro e mezzo che popola il laghetto più grande. Amaro il commento del sindaco di Muggia Nerio Nesladek: «Purtroppo queste tartarughe che nulla hanno a che vedere con il nostro ecosistema potrebbero avere ucciso Uccio, il nostro leggendario luccio di oltre un metro avvistato da più di qualche nostro concittadino. Un motivo in più, spero, per rendere consapevoli come l'abbandono di una tartarughina possa comportare delle gravi conseguenze».
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