Mtl in missione a New York Ma l’Onu sbatte la porta

La segretaria politica del Movimento tenta senza successo di consegnare il ricorso di persona al Palazzo di Vetro. Lei nega, i dialoghi via chat però finiscono in rete
Lasorte Trieste 05/07/14 - Piazza della Borsa, Sede MTL, TLT, Conferenza Stampa, Giurastante
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«Mi hanno cacciata a suon di minacce. “O te ne vai o faccio chiamare chi ti farà andar via”. Dicono che accettano Posta da FedEx e Ups. Mi hanno parlato come ad un gatto che ha divelto 800 gomitoli e divorato 409 canarini». La missione all’Onu di New York ai primi di luglio del segretario del Movimento Trieste Libera Silvia Verdoglia, è ormai una leggenda metropolitana. Le versioni non sempre combaciano perfettamente, ma tutte confermano la porta sbattuta in faccia di fronte al tentativo di consegnare “brevi manu” il reclamo al Palazzo di Vetro contro le accuse di eversione mosse dalla magistratura italiana ai militanti Mtl. «Mandar Silvia allo sbaraglio e pensar che i ghe verzi le porte Onu senza appuntamento xè una monada» scrive Desirèe Marcucci. Ora in rete è finito, a opera di Gabriele Antonini (Lele Ktrix), “ambasciatore” del Tlt a Londra, l’esilarante dialogo in chat dell’«agente inviato speciale» Silvia. «”Spero siano aperti di domenica”. “Non credo”. “Manda una mail immediatamente. Non accettano privati senza appuntamento su questioni diplomatiche. Neanche al ristorante ti fanno sedere senza prenotazione”».

Silvia Verdoglia, giovane segretaria politica del Mtl (quello vero), nega di essere stata a New York il 3 luglio. «Non so di cosa sta parlando. I primi di luglio ero in Virginia. È come andare a Parigi per vedere il Papa». Sarà. Silvia giura di non aver messo piede nella Grande Mela. Ma in quella chat c’è il suo nome e cognome e pure la Virginia. «”E quindi cosa faccio? Sono confusa”. “Manda una mail immediatamente chiedendo come fare per incontrare qualcuno dell'ufficio Human Rights chiama subito domattina il numero di New York e spiega bene quello che vuoi”. “Non posso, parto alle 5 di mattina!”. “Appena arrivi a New York allora. Non so se posso fare chiamate, non ho un piano tariffario Usa”. “Vai in un call center”. “Dove vai a dormire?” “Da nessuna parte, torno a casa in giornata, ovvero dai signori che mi ospitano in Virginia”». Ad Arlington.

Dalla chat emergono chiari i dubbi sull’esito della missione al Palazzo di Vetro. «Sembra un casino e lo è - si sfoga la fantomatica segretaria politica del Mtl -.Dipende dal fatto che la gente si sveglia troppo tardi. I documenti che devo consegnare sono stati stampati all'ultimissimo momento perché un sacco di gente ha rotto le scatole». Lele la consiglia a distanza: «Non credo opportuno dare documenti nelle mani del primo che capita». Lei replica: «Infatti non voglio fare una cosa tanto cretina. Diciamo che mi fido delle mie doti diplomatiche, della mia fortuna e della mia volontà». Ma la buona volontà non basta. «”Quello che non so è cosa posso fare con così poco tempo a disposizione e così tanto stress tutt’in un colpo”. “Appunto per questo era da organizzare un appuntamento per una roba del genere. Sei disposta a dormire una notte a New York eventualmente?”. “Il mio biglietto prevede ritorno in giornata e non voglio perdere 150 dollari per niente». Poi fa leggere la bozza di email che inizia così: «Dear Lady or Sir, My name is Silvia Verdoglia, I am writing as secretary of the Free Trieste Movement». Ovviamente è un caso di omonimia. «”Consigli di mettere la spilla Tlt con alabarda e logo Onu?”. “Meglio niente”, “E portarmi dietro una bandiera del Tlt aiuterebbe?”. “No”. “Il fatto che le mie scarpe siano fucsia non è un bene, immagino”. “Va benissimo”. “Vestito e borsa sono beige”». Ultimi ritocchi prima della porta sbattuta in faccia.

Infine il ricorso, che avrebbe dovuto essere consegnato a mano, è stato spedito. «A me pare ci sia un equivoco. A noi serviva che i documenti venissero presentati il prima possibile. Silvia pensava di potere accedere all'ufficio protocollo. Questo ci era stato confermato da un nostro contatto di fiducia Onu», spiega Roberto Giurastante in uno scambio su Facebook. «Il problema è la burocrazia Onu. Mi spiace per Silvia, so che ci teneva. Ma l'importante è che quei documenti siano arrivati. All' estero non sanno proprio come funziona il protocollo Onu. Il nostro contatto è un funzionario Onu di alto livello eppure non sapeva di questo cambio regole». Silvia rimembri ancora...

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