Msc punta al terminal bis in Porto vecchio

Interesse della compagnia di crociere per una seconda Marittima all’Adriaterminal. L’annuncio al convegno al Savoia
Una veduta del Porto Vecchio di Trieste
Una veduta del Porto Vecchio di Trieste

TRIESTE La firma tra due settimane del Protocollo operativo per l’utilizzo dei primi 50 milioni stanziati dal Cipe, il probabile arrivo dell’incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto da trasformare in museo galleggiante, una prestigiosa manifestazione d’interesse per realizzare una seconda Stazione marittima all’Adriaterminal. Sono fioccate le novità all’incontro “Porto vecchio: da ieri a domani” organizzato da Confindustria Venezia Giulia e svoltosi all’Hotel Savoia in una sala gremita da operatori e cittadini. La prima parte dell’incontro è stata riservata all’illustrazione degli esiti del sondaggio commissionato a Swg che hanno rilevato un interesse e una fiducia crescente da parte dei triestini nei confronti dell’operazione di riutilizzo.

 

Adriaterminal e Monfalcone rifiutati dai traghetti greci
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Alquanto scoppiettante la tavola rotonda che ne è seguita, moderata dal giornalista Cristiano Degano, in cui la governatrice Debora Serracchiani, il sindaco Roberto Dipiazza e il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) Mario Sommariva si sono divertiti ad annunciare novità. Quella assolutamente inedita è venuta da Sommariva. «Abbiamo una manifestazione d’interesse - ha annunciato - per la realizzazione di un terminal crocieristico al posto dell’Adriaterminal. Non posso entrare nei dettagli, ma dico che di grossi armatori in questo campo nel Mediterraneo ce ne sono soprattutto due, e uno a Trieste c’è già». La pista porta dunque a Msc, diretta concorrente di Costa, che recentemente ha aumentato la propria partecipazione nel terminal container portandola al 50%. «La mia opinione - ha però aggiunto - è che lì debba venir realizzata la seconda Stazione marittima perché non si può certo rinunciare a quella di fronte a piazza Unità».

Dipiazza e Serracchiani hanno annunciato la prossima firma del Protocollo operativo tra Regione, Comune e Adsp per dare esecuzione agli interventi inclusi nel finanziamento Mibact, e la governatrice ha così sintetizzato quelli principali: 25 milioni per il Museo del mare nei Magazzini 24 e 25, 12 milioni per l’Icgeb nel Magazzino 26, altri milioni per il viale principale e per la gru galleggiante Ursus «che il sindaco non voleva - ha scherzato - ma che invece sarà il simbolo del Porto vecchio».

«Già a febbraio - ha aggiunto Dipiazza - gli architetti cominceranno a buttare giù i progetti e ben presto partiranno i lavori per il viale alberato che partirà da una rotonda all’incirca a 300 metri dal ponte di ferro per sbucare all’altezza della Sala Tripcovich che mi auguro di far presto sparire». E il sindaco ha anche riferito di aver già avuto un incontro con l’Authority per realizzare un megaparking al Molo Quarto che possa far sparire tutte le automobili parcheggiate sulle Rive. «Ho già parlato con il ministro Pinotti - ha detto ancora Serracchiani - e se il ministero della Difesa pagherà la bonifica la nave Vittorio Veneto sarà ormeggiata dinanzi al Polo museale e ne farà parte integrante». Come se non bastasse, Sommariva ha anche annunciato che Trieste con 7.631 convogli è divenuto il primo porto italiano per la movimentazione di treni avendo sorpassato anche lo scalo di La Spezia. Alla fine, in uno scambio di battute con Dipiazza, ha detto di ritenere giusto che i ricavi provenienti dalla vendita dei Magazzini sdemanializzati vadano all’Authority per il potenziamento delle infrastrutture del Porto nuovo. Su questi introiti il Comune rivendica una percentuale «perché il solo fatto di pensare che son il responsabile della sicurezza e della pulizia di questa nuova enorme area mi sta turbando il sonno».

E dopo i 50 milioni, come si andrà avanti? «Con fondi europei e non solo, oltre agli investimenti privati, abbiamo contattato la Banca europea per gli investimenti al fine di reperire altre importanti risorse», così Serracchiani. «Adesso - ha concluso Dipiazza - non ci ferma più nessuno».

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