Mozione Segre, via l’antifascismo. E in Consiglio Fvg scoppia la bagarre

Il centrodestra propone una mediazione sul documento di sostegno alla senatrice. Il Pd: irricevibile
L'assessore Roberti
L'assessore Roberti

TRIESTE La giunta Fedriga cancella l’antifascismo. Accade in Consiglio regionale, dove centrodestra e centrosinistra battagliano per mezza giornata su una mozione in solidarietà alla senatrice Liliana Segre e sulla legge dedicata alla storia dell’esodo istriano. La seconda non fa nemmeno in tempo a essere approvata, mentre il testo dedicato a una sopravvissuta all’Olocausto viene ritirato dal Pd dopo che la maggioranza aveva proposto una mediazione giudicata irricevibile, perché tesa ad annacquare i riferimenti al nazifascismo e alla resistenza.



La mozione dem invitava il presidente Fedriga a trasmettere a Segre la solidarietà della comunità regionale per le aggressioni ricevute in questi mesi, a sostenere il percorso della commissione sulla violenza intitolata a suo nome, a coltivare la memoria dell’antifascismo e delle tragedie di tutti i totalitarismi, a sollecitare il Parlamento affinché si completi la legislazione contro razzismo e intolleranza.

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Liliana Segre


Dopo l’illustrazione affidata dal Pd a Diego Moretti e la decisione di tutte le opposizioni di convergere sul testo, il centrodestra chiede di sospendere i lavori per operare alcune limature mirate a rendere la mozione condivisibile dal centrodestra. La pausa si prolunga per un’ora e ne esce una proposta che il Pd giudica «riduzionista». La giunta chiede di sostituire il riferimento allo «sterminio nazifascista» con un più ecumenico «tragedie del Novecento» e di elidere l’invito a «coltivare la memoria dell’antifascismo». Cancellata del tutto la sollecitazione a varare una legge nazionale di contrasto a «fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio».

Ce n’è abbastanza perché il Pd ritiri la mozione originale. Quella modificata viene invece fatta propria dal governatore Massimiliano Fedriga, che la deposita immediatamente chiedendo sia discussa «con urgenza» nelle prossime sedute. In Aula si scatena intanto la polemica. Per Moretti, «la Lega vuole cancellare la memoria dell’antisemitismo e dell’antifascismo: atteggiamento vergognoso, che minimizza le pulsioni razziste e antisemite presenti nella società». Dispiace che a questo non nuovo atteggiamento riduzionista si siano aggregati anche i rappresentanti del nuovo gruppo “moderato” di Progetto Fvg e Fi». Protesta anche Cristiano Shaurli, secondo cui «la Lega non ha voluto condividere principi basilari».

Il Carroccio si difende col capogruppo Mauro Bordin: «Gli emendamenti proposti non erano sostanziali e avrebbero semplicemente reso più inclusivo il documento, pur mantenendo inalterato il senso. L’opposizione pensi piuttosto a occuparsi dei problemi che interessano alla gente». Un’affermazione cui replica la collega M5s Ilaria Dal Zovo, ricordando «le tre sedute dell’Aula sul referendum voluto dalla Lega e non accolto dalla Corte costituzionale». L’assessore Pierpaolo Roberti parla di «dibattito surreale in cui ci si accusa di aver stravolto la mozione e invece, pur con tutte le perplessità, non mettiamo in discussione la commissione Segre anche se è strano chiedere al governatore di sostenerla».

Non bastasse una polemica sulla storia, ne arriva poche ore dopo la seconda. La legge sulla diffusione della conoscenza delle foibe e dell’esodo istriano assegna alle sole associazioni degli esuli e non agli storici il compito di divulgare la storia complessa del confine orientale. Istituti di ricerca e docenti sono esclusi dal testo e in Aula si discute dell’opportunità di affidarsi alle sole associazioni, alcune delle quali storicamente schierate a destra, come Lega nazionale e Comitato 10 febbraio. Ma il Consiglio regionale non fa il tempo a votare: se ne riparlerà alla prossima seduta e intanto la crisi del sistema produttivo regionale morde. —




 

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