Movida a Trieste, “larghe intese” sul nuovo regolamento

I pubblici esercenti favorevoli alle disposizioni proposte dall’amministrazione. Vesnaver (Fipe): «Bisognava dare un limite soprattutto alla musica troppo forte»
Paolo Giovannini, 22-08-2008 Trieste - notti brave.
Paolo Giovannini, 22-08-2008 Trieste - notti brave.

La movida delle larghe intese. Il regolamento approvato lunedì dalla giunta comunale trova ampio consenso e in qualche modo dissinesca l’ordinanza anti-degrado dagli effetti collaterali “abnormi” e dalle sanzioni ”eccessive”. I primi a essere soddisfatti sono i pubblici esercenti a cui l’amministrazione delega una buona parte di responsabilità sul fronte di musica, somministrazione di bevande e pulizia. «Noi siamo per le regole chiare - commenta Bruno Vesnaver, presidente della Fipe -. Il documento mi sembra equilibrato e utile. Noi siamo i primi a dover essere responsabilizzati. Le regole stabilite vanno rispettate. La maggior parte dei nostri associati è d’accordo».

Ai gestori dei locali spetta, secondo il regolamento, assicurare «la completa pulizia e la massima condizione di igiene da rifiuti, e in particolare carta, plastica e contenitori per alimenti fino a 10 metri nelle aree pubbliche in concessione e fino a un 1,5 metri nelle aree antistanti non in concessione». «Bisognava dare un limite - continua Vesnaver - anche per l’acustica. Non è vero che si vende di più sparando musica a tutto volume. Qualcuno negli ultimi tempi ha esagerato. Non si può fare di un bar una discoteca. Noi come gestione dei locali dobbiamo avere il massimo rispetto per i nostri clienti, ma anche dei residenti».

Il regolamento piace anche all’Acepe. «Mi sembra un buon punto di partenza - spiega la presidente Marisa Montagna -. Sono regole di buon senso che possono mettere d’accordo il divertimento con il diritto al riposo e con quello del lavoro». Persino Paolo Rovis, consigliere comunale Pdl, sceso in campo contro l’ordinanza antidegrado con tanto di sfida all’ultima lattina, trova la bozza del regolamento «molto ragionevole» tanto da averla postata sul suo blog chiedendo suggerimenti o consigli in vista dell’iter del provvedimento. «Mi sembra molto ragionevole. Non è stato recepito nulla o quasi dell’assurda ordinanza anti-degrado. Di questo regolamento si può discutere in modo costruttivo» aggiunge Rovis.

Sul regolamento intervengono i consiglieri di maggioranza della "linea verde", Giovanni Barbo, Stefano Beltrame e Petro Faraguna del Pd e Patrick Karlsen di Libertà Civica che erano scesi in campo a tutela di quel po’ di movida che si può permettere Trieste. «Comprendiamo certamente le esigenze della quiete - dichiarano - ma siamo anche molto sensibili a quelle della cosiddetta movida triestina, che non vorremmo mai diventasse davvero soltanto una pagina facebook (pur brillante e carica di "morbin"). Da questa prospettiva il regolamento licenziato dalla giunta è frutto di un esame attento svolto in maggioranza, e sull'esito esprimiamo piena soddisfazione». I consiglieri riconoscono infatti che la vita notturna in città è recentemente cambiata, soprattutto d'estate, ma «ciò non è affatto un male, è anzi un segno di vitalità e un modo di vivere di più le piazze. A fronte di questo cambiamento spontaneo è opportuno che chi si occupa di amministrazione della comunità ne tenga conto». E al di là del contenuto del regolamento, ritenuto «una sintesi equilibrata di tre esigenze che gravitano attorno alla notte (esigenze commerciali, di quiete e di divertimento)» i consiglieri della linea verde sottolineano «l'importanza dei provvedimenti a contorno: il potenziamento dei cassonetti e la sistemazione di bagni chimici dove servono e quando servono». La movida val bene due “bottini” e due cessi in più. (fa.do.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo