«Motocross piaga dei prati stabili»

Luca Cadez (Legambiente) attacca l’attività degli enduristi che danneggia l’ecosistema tutelato dalla legge regionale 

«Le moto minacciano i prati stabili a ridosso dell’Isonzo». A lanciare l’allarme è il comitato goriziano di Legambiente, e tanto basta ad accendere il dibattito, anche piuttosto acceso, tra gli ambientalisti e gli appassionati del fuoristrada. Tutto nasce da un post pubblicato su Facebook nei giorni scorsi da Luca Cadez, presidente di Legambiente Gorizia, nel quale viene denunciato un fenomeno sempre più frequente: l’utilizzo dei prati stabili nei pressi dell’Isonzo da parte dei praticanti del motocross, che li trovano ideali come spazio di allenamento o di uscite in compagnia. Post accompagnato da una serie di fotografie (ne pubblichiamo alcune qui in alto) relative ai prati che si trovano in località Feudi tra Lucinico e Farra d’Isonzo, nelle quali si distinguono bene i solchi lasciati nel terreno dalle gomme artigliate delle moto. «I prati stabili sono una particolare tipologia di formazione erbacea che non ha mai subito il dissodamento o altre pratiche agricole, al di fuori di semplici operazioni di sfalcio - racconta Luca Cadez -. Proprio per questo i prati si mantengono in uno stato naturale che consente la diffusione di tantissime specie vegetali spontanee, come ad esempio splendide orchidee, e risultano veri e propri serbatoi di biodiversità. E non a caso dal 2005 i prati stabili sono tutelati da una legge regionale». Questo vuol dire che la pratica sportiva, motocross incluso, non è compatibile con queste aree verdi, peraltro quasi sempre di proprietà privata. «Il vero problema è che il passaggio delle moto non si limita a schiacciare l’erba o le piante, ma sposta letteralmente il terreno - spiega Cadez -. E, nel nostro territorio, è proprio lo strato superficiale di terra a contenere tutte le sostanze vitali. Il risultato è che i danni sono evidenti e in alcuni casi permanenti». Legambiente, che su Facebook ha ricevuto commenti anche piuttosto duri dagli appassionati motociclisti, ma non solo, ha già in programma una serie di conferenze e di uscite “sul campo” per promuovere la cultura del rispetto dei prati stabili. Ma il problema resta. La Forestale, per bocca dell’ispettore Bruna Pavanello, fa sapere ad esempio che la stessa legge non aiuta l’opera di salvaguardia. «In realtà dice che è proibito danneggiare i prati stabili, ma non specifica esplicitamente quali attività non si possono svolgere - spiega -. Così se anche dovessimo cogliere sul fatto qualche motociclista, cosa già difficilissima, sarebbe complicato dimostrare che il danno è responsabilità sua, visto che i solchi sono presenti da tempo». Insomma, la questione è intricata. Anche perché poi pure i praticanti del motocross rivendicano i loro diritti e invitano a non generalizzare. «Innanzitutto va detto che il problema non sono le competizioni che sono autorizzate appositamente, quanto piuttosto gli allenamenti, e soprattutto l’attività di chi si improvvisa - riflette Giovanni De Leonardis, presidente del Motoclub “Pino Medeot” di Gorizia -. Certo è doveroso rispettare la natura e le aree tutelate, ma al tempo stesso è necessario tenere conto delle necessità dei tesserati che si allenano seriamente in vista delle gare. Ecco allora che si dovrebbero individuare degli spazi da destinare alla pratica del motocross, come si fa con gli stadi per il calcio o le palestre per il basket. Spazi che, se necessario, gli stessi praticanti potrebbero contribuire poi a ripristinare a fine stagione. In passato avevamo avanzato all’allora amministrazione provinciale una proposta simile, caduta però nel vuoto». I motociclisti, peraltro, non ci stanno a passare per i “nemici” della natura. «Noi per primi abbiamo a cuore l’ambiente in cui ci muoviamo - conclude De Leonardis -, e nel corso dell’anno organizziamo ad esempio delle giornate ecologiche durante le quali raccogliamo i rifiuti abbandonati. Non certo da noi, tra l’altro».

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