Morto sugli sci, Procura di Bolzano pronta a indagare

L’incidente fatale a Fabio Delise: da accertare le cause e la chiarezza delle indicazioni in pista
Di Giovanni Tomasin

Sulla morte avvenuta cadendo con gli sci, del 56enne cardiologo triestino Fabio Delise, la vigilia di Natale quasi in fondo alla variante rossa della pista del Piz Sorega sotto gli occhi della moglie e del figlio sedicenne, la magistratura di Bolzano potrebbe aprire un’inchiesta.

Tutto però dipenderà dall’esito degli accertamenti di cui il sostituto procuratore Giancarlo Bramante ha incaricato i carabinieri della stazione di La Villa, che è competente per territorio sulla frazione di San Cassiano e quindi sulla pista del Piz Sorega che termina praticamente quasi nel centro del paese dell’Alta Badia.

Posto che lo sciatore, al momento dell’incidente, indossava il casco protettivo, che però non lo ha salvato dall’impatto avvenuto direttamente con il viso sulla neve, si tratterà di accertare per quanto possibile le cause per le quali l’uomo ha finito col perdere il controllo degli sci; e occorrerà veriricare se le indicazioni presenti in pista delineassero chiaramente le alternative e la difficoltà del tratto che la vittima aveva scelto di percorrere, secondo i dettati della normativa di sicurezza per le aree sciabili.

Fabio Delise era triestino di origine e monfalconese di adozione. La morte è avvenuta praticalmente sul colpo, il referto parla di grave trauma cranico commotivo con lesioni al viso e al collo, e altri probabili traumi interni dovuti alla caduta. Inutili sono risultati purtroppo tutti i soccorsi, sia quelli di una sciatrice che si è subito fermata, sia quelli prestati dagli operatori sanitari.

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