Morto Mario Cerne, “erede” della storica libreria di Umberto Saba a Trieste

Grande appassionato di letteratura e storia, avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 24 aprile. Entrò in libreria, a fianco del padre Carlo, socio di Saba, nel 1967

Ugo Salvini
Mario Cerne, storico titolare della libreria Saba
Mario Cerne, storico titolare della libreria Saba

TRIESTE Un uomo d’altri tempi, di grande cultura e di altrettanto vivace curiosità di sapere e conoscere, tanto affabile nei modi, quanto sobrio e diretto nel rapportarsi con gli altri in determinate situazioni. Trieste ha perso una figura di notevole rilievo nel panorama letterario locale e non solo: Mario Cerne, storico titolare della libreria “Saba”.

Cerne, che il prossimo 24 aprile avrebbe compiuto 83 anni, è stato stroncato da un male che lo tormentava da tempo. Era molto noto in città, proprio perché custode di un piccolo monumento della cultura a Trieste, quella libreria di via San Nicolò che è un autentico tesoro di testi d’epoca, magicamente incastonati in un ambiente che riporta in un attimo, appena varcata la soglia d’ingresso, in un mondo lontano e affascinante.

In libreria Mario Cerne riceveva amici, scolaresche, numerosi turisti in visita alla città. Vi era entrato nel 1967, appena completato il servizio militare, per affiancare il papà Carlo, conosciuto come Carletto.

Quest’ultimo preferiva stare nel retro, preparando le schede dei cataloghi, orgoglio della libreria, mentre Mario operava al banco con la clientela, osservando il comportamento del padre per imparare quei segreti del mestiere che, a sua volta, Carletto aveva assorbito da Umberto Saba, primo proprietario della libreria, che poi aveva ceduto allo stesso Carlo nel 1938.

personaggi e luoghi
Mario Cerne, custode della libreria di Umberto Saba e del suo futuro
Mario Cerne in un disegno di Raimondo Pasin

Mario Cerne ha portato avanti la libreria curando due aspetti: da un lato quello legato alla funzione commerciale, indispensabile per l’equilibrio dell’esercizio, dall’altro quello di conservazione del luogo della memoria di Saba. Uno sforzo che gli è stato riconosciuto soprattutto dagli estimatori e dagli amici, ma in molta parte della città il suo impegno era noto e apprezzato. Per Mario Cerne vivere la libreria, anche dopo l’orario di chiusura, ha rappresentato un continuo momento di arricchimento culturale, un perpetuarsi di quella curiosità di conoscere e apprendere che ne ha costituito la cifra intellettuale per tutta la vita. Accanto ai testi, conservava antiche stampe, appunti, disegni, tracciati delle linee ferroviarie risalenti all’epoca asburgica, che proponeva con orgoglio alle persone che sapeva ne sarebbero state interessate. Non a caso, la libreria è stata riconosciuta formalmente come “Studio d’artista”, monumento nazionale.

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Gli interni della Libreria Saba a Trieste (Fotoservizio di Andrea Lasorte)

Ma Cerne aveva anche un’altra grande passione, il Carso. Lo frequentava spesso anche per motivi personali, e ne parlava volentieri, accentuando il suo amore per il territorio che circonda la “sua” Trieste. Anche in questo caso però, la sua correttezza intellettuale lo portava a esprimere le giuste critiche per scelte che riteneva sbagliate su alcune situazioni e progetti che riguardano l’altipiano. Un modo anche questo per manifestare l’amore per la sua terra. Ha detto di lui Riccardo Cepach, vicino di casa con il quale era solito scambiare opinioni e idee: «Con la scomparsa di Mario Cerne in città si crea un vuoto, perché la sua figura era simbolica, ancorato a quella libreria che non ha mai abbandonato. Era un uomo buono – ha sottolineato –, di grande cultura, schietto, che non lasciava spazio al non detto. Trieste ha perso una figura preziosa». «Con Mario Cerne se ne va una pagina di quella “città di carta” che ha tanto contribuito a costruire un mito civile e letterario», così la segretaria regionale del Pd Caterina Conti.

Mario Cerne lascia la moglie, Flavia Gulì, e la figlia Ada, che vive in Gran Bretagna. —

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