Morto dopo il contagio padre Blasotti confessore dei Cappuccini di Gorizia
GORIZIA Il suo fisico era già debilitato da una serie di patologie di natura cardiaca e polmonare. Il nemico subdolo Covid-19 ha fatto il resto. Purtroppo. Padre Aurelio Blasotti, 72 anni da compiere a giugno, originario di Gemona del Friuli, confessore ufficiale e figura di spicco dei Cappuccini del convento di Gorizia, è deceduto ieri mattina, lasciando nello sconforto i tanti che l’hanno conosciuto e apprezzato in questi anni di permanenza e impegno in città. Il decesso è avvenuto all’ospedale di Palmanova a causa di «complicanze derivanti anche dall’infezione del Covid-19». La comunicazione è dell’Arcidiocesi di Gorizia, che lo ricorda riconoscente «per il bene fatto nei suoi diversi incarichi, in particolare a Gorizia alla fraternità francescana e a tante persone che hanno trovato in lui ascolto, conforto, aiuto spirituale. Alla comunità francescana la vicinanza della Chiesa di Gorizia».
Il ricovero.
Per circa tre settimane, padre Aurelio era stato ricoverato al reparto di Terapia intensiva del San Giovanni di Dio. Poi, a Pasquetta, lo sviluppo positivo da tanti atteso e che era stato interpretato da tutti come un segnale di speranza. Il frate era stato estubato e, da un paio di giorni, era ricoverato all’ospedale di Palmanova. Pareva avesse superato il peggio. A confermarlo anche fonti mediche che chiedono di rimanere riservate. Ma, ieri mattina, è arrivata la comunicazione del decesso. Che è stata come un pugno nello stomaco. «Era uscito dal reparto di Rianimazione.
E questo ci aveva fatto pensare che, forse, il tunnel più buio e angosciante era stato superato. Ma Aurelio aveva anche altre patologie e il concorso del coronavirus deve essergli stato fatale», racconta con un filo di voce il padre superiore dei Cappuccini, Giorgio Basso. Non si sa dove e come possa avere contratto il virus. Il frate era rimasto sempre a Gorizia, e a metà marzo si era sottoposto a una Broncoscopia all’ospedale Maggiore di Trieste. Poi, una ventina di giorni fa, la febbre alta, improvvisa e tanta tosse secca. «Chiedemmo l’intervento dell’ambulanza - fa sapere fra Luigi - e padre Aurelio fu ricoverato al San Giovanni di Dio. È lì, dopo i necessari approfondimenti diagnostici, che emerse la sua positività al coronavirus. Le sue condizioni? Era grave ma stazionario». Poi, quella che purtroppo si è rivelata un’illusione. Il paziente era stato estubato e trasferito all’ospedale di Palmanova per la convalescenza e il recupero.
Il tampone.
C’è una circostanza. Che non è chiara nemmeno ai frati Cappuccini. Frate Aurelio Blasotti sarebbe stato sottoposto alla prova successiva del tampone che, a quanto trapela, avrebbe dato esito negativo. «Pareva essere sulla via del recupero. Pareva che il peggio fosse passato», spiega fra Oreste. La notizia della morte è stata quasi come un fulmine a ciel sereno, se non fosse che il fisico del frate era già debilitato da altre patologie pregresse. Padre Aurelio Blasotti era una piccola istituzione a Gorizia, dove viveva e operava dal 2005. «Era diventato frate nel 1971 - racconta fra Giorgio Basso -. E nel 1980 era stato nominato padre superiore a Castelmonte, oltre ad essere direttore del bollettino». Poi l’esperienza, dal 1999 al 2002, di guardiano della “Fraternità di più intensa preghiera” ad Asolo. Anni di grande impegno e soddisfazioni ma anche il periodo in cui padre Aurelio fu colpito da un infarto, poi superato. Don Maurizio Qualizza ricorda i suoi profondi interessi culturali e religiosi. «Era un amante dell’iconografia popolare ed è stato autore di un interessantissimo volume sulle ancone». Una persona di grande umanità, cultura e dai mille interessi. Aveva portato avanti con impegno e dedizione, dal 2005 sino a un mese e mezzo fa, il servizio di vicepostulatore per la beatificazione di Concetta Bertoli. Il processo canonico per cui “La crocefissa di Mereto” era diventata venerabile era terminato con la dichiarazione che la donna aveva vissuto le virtù, specie quelle della carità, in modo eroico. Ora è necessario che le venga riconosciuto un miracolo per essere dichiarata beata. Padre Aurelio Blasotti, proprio per motivi di salute, terminò il suo lavoro, lasciando il testimone a Padre Carlo Calloni, postulatore generale, che avrà la mission di nominare il nuovo vicepostulatore.
IL RICORDO.
La notizia della sua scomparsa si è immediatamente diffusa ieri pomeriggio in tutto l’Isontino. Il sindaco di Gorizia, Ziberna ha subito mandato un messaggio al padre superiore Giorgio Basso in cui esprime il cordoglio dell’amministrazione comunale e di tutti i cittadini. «Ho appreso la tristissima notizia della scomparsa di fra Aurelio, proprio quando le sue condizioni cliniche erano migliorate - scrive il primo cittadino in una mail inviata al convento di piazza San Francesco -. È una grande perdita per i suoi fratelli ma anche per tutta la città, in nome della quale voglio rappresentare la nostra tristezza e vicinanza. Con Aurelio se ne va un uomo di grande, grandissimo cuore. Generoso, disponibile, cordiale, aveva una buona parola e un sorriso per tutti. Ed è così che lo ritroverò se il Signore mi concederà di essere al fianco di tutti i nostri cari che ci hanno preceduti. Un caloroso abbraccio».
Anche dall’assessore comunale al Welfare Silvana Romano arrivano parole di sincero cordoglio per la scomparsa di padre Blasotti. «L’istituzione dei Cappuccini ha sempre dato molto alla città, senza chiedere nulla in cambio. Speravo con tutto il mio cuore che riuscisse a vincere la battaglia contro il Covid-19. Mi dispiace moltissimo, ho sempre avuto un ottimo rapporto collaborativo con tutti i frati. Oggi, siamo un po’ più poveri». —
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