Morto Ceschia, l’artista degli arredi di classe

Aveva 87 anni. È stato un artigiano di talento e di successo. Firmò gli interni dei mitici motoscafi Bora del Crda



Professionalità, sacrificio, capacità. Sono solo alcuni degli aggettivi con i quali si potrebbe definire Bruno Ceschia, l’imprenditore di Ronchi dei Legionari scomparso nelle scorse ore all’età di 87 anni. Un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia e che, da questi, ha sempre ottenuto grandissime soddisfazioni, tanti riconoscimenti a riprova delle sue indubbie qualità di artigiano. Ceschia, da qualche tempo, combatteva con una grave malattia, mettendoci l’energia e la volontà che lo contraddistinguevano anche nella vita e nel lavoro. Era il 15 giugno 1955, quando fondò la “Casa del Salotto” ed iniziò a lavorare nella realizzazione di mobili imbottiti, dedicandosi poi anche alla produzione di tendaggi e nel restauro di mobili imbottiti di antiquariato. Ma Bruno Ceschia, persona dal carattere estroverso, forte e positivo, un buono per natura e per indole, deve il suo grande successo anche alla capacità sua e della sua azienda, nella produzione di arredi per la nautica. Nautica di classe per intenderci.

Nato nel 1932 a Pieris, dopo l’apprendistato alla “Soana” di Staranzano, dove subito aveva dimostrato grandi doti nei lavori di tappezzeria, anche a bordo delle navi costruite dal cantiere di Panzano e il servizio militare, Bruno Ceschia nel 1955, a 23 anni, apre la sua prima “Casa del salotto”, una piccola bottega in via San Lorenzo a Ronchi. È grazie a un carattere forte e positivo, capace di guardare avanti, che Ceschia ha reso la sua azienda, dal 1964 nell’attuale sede di via D’Annunzio, grazie anche al contributo della moglie Edda e poi dei figli Lucio e Pierluigi, leader nella realizzazione degli arredi per la nautica da diporto. Sono suoi gli imbottiti dei mitici motoscafi Bora, prodotti dal 1962 dagli allora Crda, poi Italcantieri. Ben mille gli esemplari che, sin dai primi anni Sessanta, sono stati equipaggiati con gli arredi in stoffa, anche imbottiti, realizzati dalla sua azienda. Ceschia realizza anche interni per traghetti, sommergibili e unità della Marina Militare. L’incontro con Luigi Camuffo, titolare dell’omonimo e prestigioso cantiere navale di Portogruaro che costruisce yacht in legno considerati gli Stradivari del mare, porta ad avviare una collaborazione importante. L’attività di Bruno non si ferma comunque all’arredo nautico, perché suoi sono gli arredi di luoghi importanti come palazzo Alberizzi a Venezia, la villa d’Orzano e il Castello di Saciletto. Dal 2008 riconosciuto maestro artigiano, Ceschia per anni è stato impegnato con l’associazione degli artigiani di Monfalcone, oltre che nell’associazione casonari. Nel 2006 è stato insignito dalle Acli del premio “San Giuseppe Artigiano”. I funerali si svolgeranno domani, alle 11, nelle chiesa di San Lorenzo. In questo triste momento la famiglia desidera ringraziare di cuore il medico di famiglia, dottor Max Degenhardt, il primario di cardiologia, dottoressa Gerardina Lardieri, il medico coordinatore per le cure palliative, dottoressa Marta Calligaris e tutto il personale dell’hospice del San Polo. —





Riproduzione riservata © Il Piccolo