Morto anche il secondo sub sloveno Avviso al costruttore dei respiratori

È morto ieri sera Ziga Dobrajc, il sub istriano di 31 anni coinvolto nell’incidente di domenica a Miramare in cui ha perso la vita anche Samo Alajbegovich, 41 anni. Intanto Nicola Donda, titolare della ditta triestina Hbt che costruisce i respiratori usati dai due sub deceduti, ha ricevuto il primo degli avvisi di garanzia firmati dal pm Baldovin
Il recupero del cadavere
Il recupero del cadavere
TRIESTE.
E’ stato dichiarato morto ieri sera Ziga Dobrajc, il tecnico dell’Istituto di Biologia marina di Pirano di 31 anni coinvolto nell’incidente subacqueo di domenica a Miramare in cui ha perso la vita anche il sub Samo Alajbegovich, 41 anni. Le macchine che hanno tenuto in vita Ziga Dobrajc per questi quattro giorni sono state spente dopo che i medici hanno verificato che il suo cervello non manifestava più da ore il minimo segno di attività elettrica. Tecnicamente si parla di «morte cerebrale».


Lo hanno accertato prima i medici del Reparto di riaminazione, poi quelli della Commissione che da il «via libera» all’eventuale espianto degli organi. L’anestesista Alberto Peratoner, il neurologo Marino Zorzon e il medico legale Fulvio Costantinides avevano iniziato nel primo pomeriggio l’osservazione: i parenti del biologo istriano sono costantemente stati informati dell’ evolversi della drammatica situazione. Poi l’epilogo. Ma non è ancora del tutto chiaro se l’espianto - reimpianto di qualche organo del subacqueo potrà essere effettuato. Sia per la «sofferenza» che tutto il corpo di Ziga Dobrajc ha subito a causa della prolungata anossia cerebrale, sia per il suo status di cittadino sloveno, peraltro facente parte dell’Unione europea.


I tempi per le decisioni mediche sono brevi mentre quelli giuridici costituiscono un nodo che non può essere sciolto a tamburo battente. Va comunque registrata la grande disponibilità dei familiari. Si è compiuta così una tragedia che fin da domenIcia aveva concesso pochi margini di speranza anche ai più ottimisti. Due giovani ricercatori sono morti nel braccio di mare che circondfa il castello di Miramare. Ziga Dobrajc è stato ricuperato dai soccorritori davanti al Bagno ducale, a meno di dieci metri da riva e a quattro di profondità.


Samo Alajbegovich è stato trovato quattro ore più tardi, 180-200 metri più in là, sotto la torre del castello, a 7 metri di profondità. Ieri proprio nelle ore in cui la Commissione medica verificava la morte cerebrale di Ziga Dobrajc, un ufficiale della Capitaneria di Porto ha consegnato a Nicola Donda, il primo degli avvisi di garanzia firmati dal pm Lucia Baldovin, il magistrato che dirige l’inchiesta sulla duplice tragedia.


Nicola Donda è il titolare della ditta triestina HBT- Human Breathing Tecnology che costruisce i respiratori ”rebreathing” usati dai due sub deceduti. Ne aveva affidati sei agli organizzatori di quella che doveva essere una presentazione sul campo dei modelli di cui sono stati venduti negli ultimi anni centinaia di esemplari, usati nei Diving Center di mezzo mondo ma anche da ricercatori ed esploratori.


La stessa ditta triestina costruisce anche apparecchi molto più sofisticati e di più complessa utilizzazione: entrambi comunqnue hanno bisogno di una approfondita frequentazione di corsi di istruzione. Determinante è il rapporto tra il sub e la consolle di controllo che fornisce tutti i dati necessari alla gestione coretta e ottimale dell’immesione. La Procura sta accertando tra l’altro se i due sub conoscevano gli apparecchi e se chi ha organizzato le immersione li avesse sottoposti al necessario traing.


Va aggiunto che domenica Nicola Donda - la cui difesa è stata assunta dall’avvocato Vanessa Zecchin- non era presente a Miramare: tutta la presentazione degli apparecchi ”rebreather” era gestita dagli istruttori della NUET - North Underwater Explorter Team in accordo con la Shoreline. Per ore le immersioni si sono susseguite senza problemi e con la stessa attrezzatura e la stessa miscela.


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