Morto al PalaBigot, spuntano due video
L’agonia in “diretta” di un cestista di 21 anni colpito da attacco cardiaco durante una partita. Malore che si rivelerà fatale. È quanto si vede (meglio, si intuisce) nei due video esaminati nell’aula dell’ex Corte d’Assise di Gorizia dove si sta celebrando il processo per la morte di Matteo Molent, cestista della Pallacanestro Codroipo.
La tragica partita risale a domenica 20 dicembre 2009 al PalaBigot di Gorizia. Sul parquet la Nuova Pallacanestro Gorizia e la Codroipese. Siamo nel primo quarto. La partita si mantiene in sostanziale equilibrio. Il numero 15 in maglia rossa è Molent. Appare molto attivo nelle azioni: suo un tiro da fuori da tre e due liberi. Dopo circa cinque minuti, dunque a metà del primo quarto, il giocatore viene sostituito.
Nei video a un certo punto si nota che i giocatori della panchina codroipese si alzano in piedi e voltano le spalle al parquet, dove la partita prosegue regolarmente.
Molent è stato colpito da malore e viene disteso: dal video non si capisce se a terra o lungo la panca. A un certo punto compaiono due persone che indossano la tuta arancione: sono i sanitari in servizio di assistenza medica quel giorno al PalaBigot. La partita prosegue. Dal sonoro dei video si ode l’avvicinarsi di una sirena.
Stanno arrivando i sanitari del 118. Poi le immagini riprendono con i giocatori del Codroipo in cerchio sul parquet attorno al coach Paolo Montena. Due di loro sembrano mettersi le mani nei capelli. La squadra non tornerà in campo. I giocatori sono sconvolti da quanto accaduto al loro compagno.
I due video sono stati prodotti dalla Procura della Repubblica di Gorizia. La pm Laura Collini li ha acquisiti da un ex accompagnatore della società friulana che aveva il compito di filmare le partite. Filmati non professionali.
Il dirigente è stato sentito in aula. Ma la sua deposizione si è rivelata molto problematica in quanto la persona ha difficoltà nell’esprimersi e soffre di un deficit uditorio.
Sentito dalla pm e controinterrogato dalla difesa è riuscito a confermare di essere l’autore dei video.
I due video a un primo esame sembrano apparentemente uguali. Ma la difesa dei tre imputati ha dimostrato che non lo sono.
I tre imputati sono il medico in servizio quel giorno al PalaBigot, e gli infermieri volontari abilitati all’uso dei defibrillatori.
Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Nereo e Vanek Battello, Livio Lippi e Massimo Macor.
Quest’ultimo ha chiesto sia messo a verbale che i due video sono diversi. In uno dei due infatti, l’inizio della partita è preceduto dalla proiezione della formazione della Codroipese e dal primo piano di Matteo Molent.
Il teste ha fatto capire che durante la registrazione della partita procedeva in “diretta” allo stop e alla ripresa immagini. Mentre nella copia del video le fasi del match sono precedute dalla fotografia della squadra al completo e poi da quella che ritrae in primo piano Molent. Dunque un vero e proprio montaggio.
I video sono stati acquisiti dal giudice Nicola Russo che ha verbalizzato l’opposizione della difesa all’acquisizione. Nelle prossime udienze si andranno a scandagliare altri tristi aspetti di quel maledetto pomeriggio sportivo. Matteo Molent venne trasportato prima all’ospedale di Gorizia e poi in quello di Udine dove morì otto giorni dopo.
I genitori e la sorella del ragazzo si sono costituiti parte civili patrocinati dall’avvocato Francesco Gasparinetti.
Nella richiesta di rinvio a giudizio si legge che il medico di turno e i due infermieri volontari “cagionavano colposamente la morte di Matteo Molent (decesso ascrivibile a encefalopatia post-anossica conseguente ad arresto cardiaco causato da una miocardite virale multifocale di etiologia virale), in quanto, per negligenza, imprudenza e imperizia, dopo che il Molent aveva accusato un malore tale da provargli arresto cardiaco...omettevano l’immediato utilizzo del defibrillatore, di cui avevano la disponibilità, attendendo inerti l’arrivo dell’ambulanza del 118, il cui personale provvedeva immediatamente all’applicazione di defibrillatore, condotta che effettuata nell’immediatezza dell’insorgere dell’arresto cardiaco avrebbe impedito l’evento morte”. A onor del vero dal video si nota un evidente attività dei sanitari attorno a Molent, ma sarà il giudice ad accertare la verità. Va anche detto che l’acustica dell’ex sala della Corte d’Assise non consente al pubblico un’agevole comprensione dei dialoghi. Peggiore risulta la visione di un video proiettato su uno schermo allestito esattamente in posizione ortogonale rispetto allo spazio del pubblico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo