Morto a un passo dal traguardo a Cormons: «Bregant era un trascinatore»
Il dolore del titolare e dei colleghi dove lavorava: «Appassionato di mountain bike e di motocross a Lucinico era soprannominato “Il tigre”». Manca il nullaosta sui funerali in attesa dell’autopsia
GORIZIA Un trascinatore. Nello sport ma anche sul posto di lavoro. Gorizia e Lucinico si sono risvegliate con gli occhi gonfi di lacrime per l’improvviso decesso di Mauro Bregant, 44 anni, idraulico, padre di un bambino di 5 anni e di una figlioletta di 9 mesi. Un infarto fulminante lo ha stroncato proprio mentre stava concludendo le sue fatiche alla “Collio Marathon bike”, la gara sulla lunghezza di 35 chilometri per 850 metri di dislivello organizzata dalla Asd Bike Run Gorizia a Cormòns e sui caratteristici saliscendi del Collio.
La costernazione dei colleghi
Alla “Mi.To. snc” di via Trieste, dove lavorava ormai da tredici anni, c’è costernazione, dolore, profonda incredulità. Bregant era un gran lavoratore, uno che certamente non si nascondeva, non cercava scorciatoie nella vita e tantomeno sul posto di lavoro. Antonio Vecchione, il titolare, lo ricorda così: «Ogni mattina era il primo ad arrivare. Si sedeva sullo scalino all’esterno della nostra attività e aspettava l’arrivo di tutti noi. Qualche battuta, un breve cenno alle cose da fare e poi via con il furgoncino ad effettuare interventi nelle abitazioni private, nei cantieri, in qualche negozio in costruzione. Mauro era una persona squisita che non si è mai tirato indietro».
Bregant faceva parte anche del team che ha lavorato, negli anni passati, alla realizzazione di tutta l’impiantistica di Ikea, a Villesse. «E quando le cose sembravano procedere più lentamente, lui era il primo ad incitare tutti affinché si accelerassero i tempi. Mauro era fatto così. Trascinava gli altri che erano assieme a lui». E questa caratteristica contraddistingueva anche il Bregant ciclista. Prima dell’amore per le mountain bike, si era appassionato al motocross. «A Lucinico - ricorda il suo titolare - gli avevano affibbiato anche un soprannome. Lo chiamavamo “Il tigre” proprio per questa sua caratteristica di non mollare mai e di portare in fondo ogni percorso, ogni sfida».
Per questo, tutti coloro che lo conoscevano bene “leggono” negativamente il fatto che, prima di accasciarsi a terra, stesse spingendo a mano la bicicletta. Non era da lui che avrebbe fatto carte false pur di portare a compimento la gara in sella. «Forse, era affaticato e sentiva che le cose non giravano per il verso giusto. Forse... Sono mere ipotesi che ci frullano nella testa ma che lasciano il tempo che trovano perché Mauro, ormai, non c’è più e già si sente un enorme vuoto».
Tutti stretti attorno alla famiglia
Il pensiero di tutti (colleghi di lavoro, amici, conoscenti) va alla sua famiglia che dovrà trovare la forza per risollevarsi. A piangerlo la compagna Monica, assieme al figlio di cinque anni e alla figlioletta di nove mesi. «Venerdì scorso ho lavorato assieme a lui a Fossalon. Non capitava da tempo che fossimo in “squadra” assieme. Gli ho chiesto come va con la famiglia. Lui mi ha risposto “tutto bene” raccontandomi le gioie della sua vita: i due figli che adorava sopra ogni cosa. Mauro non era solito parlare dei suoi fatti privati, ha fatto un’eccezione, era un uomo felice».
Data dei funerali da stabilire
Ancora non è stata fissata la data dei funerali. Anche perché - fanno sapere i carabinieri di Gradisca d’Isonzo - non è stato ancora chiarito se verrà effettuato l’esame autoptico per fugare ogni dubbio sulle cause che hanno portato al decesso. «Siamo in attesa di conoscere le decisioni del magistrato», fanno sapere i militari dell’Arma.
Bregant, residente a Lucinico e parecchio conosciuto anche in città, correva per la società “Beerbanty Factory Racing” di Gorizia, era regolarmente tesserato e, di conseguenza, per poter ottenere il via libera all’attività aveva sostenuto tutte le visite mediche del caso.
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