Morto a 94 anni Antonio Tripani, uno dei padri fondatori della Regione Fvg
Figura di spicco della Dc. Un mese e mezzo fa morì la moglie. Niente funerali ma solo una cerimonia per l’emergenza coronavirus
Antonio Tripani
GORIZIA Era stato uno dei padri fondatori della Regione Friuli Venezia Giulia. Una delle figure di spicco della Democrazia cristiana che contrassegnò, con la sua intensa attività, una lunga stagione politica e amministrativa.
Ieri mattina, a 94 anni, il cuore di Antonio Tripani ha cessato di battere. All’inizio di gennaio Gorizia aveva pianto la morte, all’età di 88 anni, di Tini Grattoni, la moglie, che gli era stata sempre accanto aiutandolo e sostenendolo con il calore delle sue parole e con la dolcezza del suo sorriso.
La storia politica di Antonio Tripani si aprì nella sua amata città, Gorizia. Fu capogruppo e consigliere comunale. Poi arrivarono gli anni Settanta, i tempi d’oro di Gorizia e della Dc locale, che riuscì a portare nell’esecutivo regionale addirittura tre esponenti contemporaneamente in ruoli-chiave: oltre a Tripani alle Finanze c’erano Gino Cocianni (alla Programmazione) e Mario Brancati alla Sanità. A tracciare un ritratto del padre è Maurizio Tripani. Che ricorda con un filo di voce come la “storia assieme” dei suoi genitori sia andata avanti ininterrottamente per 76 anni. Un’unione granitica vera, legata a valori solidi, unici, basati sul reciproco rispetto. «Mio padre - lo ricorda il figlio Maurizio - è stato fra i fondatori della Regione Friuli Venezia Giulia e fu parte integrante della prima Giunta guidata da Alfredo Berzanti. Fu assessore alle Finanze e, poi, per vent’anni, guidò i referati all’Agricoltura, alla Sanità, agli Enti locali».
Fu indiscutibilmente uno dei grandi protagonisti della vita politica e amministrativa goriziana del Dopoguerra. Alla fine degli anni Ottanta divenne presidente della Cassa di risparmio di Gorizia quando la città aveva ancora l’orgoglio (e il lustro) di ospitare un istituto bancario “suo”. «Legatissimo alla Stella Matutina e a tutto ciò che ha rappresentato, era congregato mariano», aggiunge Maurizio.
Oggi, oltre a lui, lo piangono gli altri figli Emilia, suor Gabriella, Michele e Matteo, pubblico ministero alla Procura della Repubblica di Trieste, unitamente ai nipoti amatissimi Yill, Emanuele, Pierangelo, Margherita e Lorenzo. «I funerali - fa sapere la famiglia - non si potranno effettuare per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Ci sarà una messa esequiale in data che comunicheremo in seguito».
Infine, il ricordo del sindaco Rodolfo Ziberna. «Quando vivevo la politica da ragazzo, c’erano i brancatiani e i tripaniani. Lo ricordo ancora oggi mentre camminava in città: era un galantuomo, mai un gesto di stizza, sempre elegante. Era un signore, un punto di riferimento. Usciva dall’ambiente gesuita. In lui, come in altri padri nobili, si è identificata la città», le parole del primo cittadino. —
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