Morto a 88 anni Sergio Nordio Portò il Burlo a livelli d’eccellenza

Il luminare deceduto per un malore 3 mesi dopo Panizon con cui cambiò la pediatria nazionale Teorico dell’umanizzazione delle cure e del rapporto con bimbi e famiglie, aprì la sala parto ai pediatri
Di Piero Rauber

Il 7 marzo, di anni, ne avrebbe fatti 89. Un malore l’ha preso all’improvviso, ieri mattina, a casa. E se l’è portato via. Tre mesi appena da quando se n’era andato Franco Panizon, il collega con cui aveva fondato il moderno Burlo Garofolo, l’istituto d’eccellenza pediatrica che conosciamo oggi. Trieste perde Sergio Nordio, l’altro luminare che scrisse negli anni Settanta la storia della medicina e della pediatria in particolare per quel modo tutto nuovo di umanizzare le cure mettendo al centro il bambino e il dialogo con i genitori.

Studioso brillante e mai sazio di conoscere e d’interrogarsi, amante della filosofia, della musica e della montagna (tanto per l’arrampicata in estate, suo compagno di cordata fu a lungo il musicista Gabrio Gandini, quanto per lo sci d’inverno, che continuò a praticare fin in età avanzata), la figura di Nordio già viveva - ora sarà ancor di più - nei ricordi dei genitori dei bimbi di cui si era occupato, dei suoi tanti allievi, a cominciare da Dino Faraguna, e dei suoi colleghi dottori, tra cui l’amico Fulvio Camerini.

E proprio con Camerini, oltre che con Panizon, Nordio aveva studiato Medicina a Padova, laureandosi col massimo dei voti nel ’49. La sua carriera partì da Genova, come assistente al Gaslini, prima del ritorno nella sua Trieste, da professore ordinario di Pediatria. Era il ’68. Poi il Burlo prese i gradi di Irccs, di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e nel 1973 accolse dal Maggiore il reparto di Maternità. Nordio ne divenne Direttore scientifico. Merito della sua visione: proveniva da un ambiente fortemente tecnocratico, fu invece decisivo nel rivoluzionare per l’appunto l’approccio alle cure, umanizzandole. Fu lui in effetti a stabilire la presenza del pediatra in sala parto, favorendo poi anche quella dei papà.

Tra i fondatori della Società europea di gastroenterologia pediatrica, ha contribuito ra le altre cose, in prima persona, all’elaborazione delle prime linee guida sulla promozione dell’allattamento al seno. Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche nonché animatore delle principali riviste di cultura pediatrica italiane, fece parte del Comitato nazionale per la Bioetica e dell’Oms. Fu anche artefice dell’impegno del Burlo nella Cooperazione internazionale, iniziato nel 1985 in Mozambico.

«Persona riservata e colta - si legge in una nota inviata dal professor Faraguna - ha interagito in modo efficace con Franco Panizon. Un dualismo intelligente e costruttivo, di cui i pediatri che si sono formati a Trieste e in tutta la regione hanno tratto enormi vantaggi. Entrambi hanno lasciato una traccia indelebile e complementare, una scuola di pensiero nella cultura pediatrica che si è sempre distinta nel panorama nazionale. Modello di onestà e piacere della cultura pediatrica, ha saputo imprimere una spinta innovativa nell’organizzazione ospedaliera, nella ricerca e nei bisogni dei pazienti, innovazioni che hanno di fatto anticipato la medicina territoriale. Si adoperò pure al miglioramento della formazione universitaria e degli specializzandi e al “saper essere” del pediatra, sviluppando l’attenzione al rapporto umano tra medico, bambino e famiglie».

«Sergio - lo ricorda Camerini - è stato uno dei miei carissimi amici con cui ho condiviso interessi professionali e non solo. Avevamo studiato a Padova assieme, ci laureammo lo stesso giorno. Penso ancora al nostro grandissimo impegno nello studio e alla continua ricerca del confronto tra noi, ma anche le molte uscite alpinistiche insieme. Verso di lui ho sempre provato un grande affetto, anche per quel suo essere riflessivo, per l’amore che aveva per l’elaborazione filosofica, che ne faceva persona di grande valore intellettuale. Come carattere, era molto diverso da Panizon. Ma uno era complementare all’altro. E in due hanno cambiato il Burlo e la pediatria nazionale».

@PierRaub

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