Morta e sepolta la Fiera, ora il commissario

Entro luglio un’assemblea straordinaria per la messa in liquidazione, 11 posti di lavoro in bilico
TRIESTE. Tutti concordi nello staccare la spina alla Fiera di Trieste. I soci (Comune, Provincia e Camera di commercio detengono assieme il 75 per cento delle quote) hanno deciso ieri di convocare entro luglio un’assemblea straordinaria per nominare il commissario che dovrà liquidare la società e successivamente disporre la vendita del patrimonio costituito essenzialmente dal comprensorio di Montebello, operazione che comunque richiederà alcuni anni.


E mentre restano in bilico 11 posti di lavoro, nove dei quali a tempo indeterminato, alcune manifestazioni però sopravviveranno e a questo proposito vi sarà nei prossimi giorni una riunione a tre per individuare l’ente che potrà organizzarle. È ancora nebbia fitta invece sia sul sito che dovrebbe ospitare la nuova struttura che sulla futura società regionale che dovrà smistare le rassegne sul territorio tra le quattro province.


Ieri si è chiusa comunque un’epoca ultrasessantennale dato che le prime campionarie risalgono alla fine degli Anni Quaranta, organizzate dall’Ente Fiera che solo nel 2005 venne trasformato in Fiera Trieste spa. «È stato il Comune a chiedere che sia votato lo scioglimento della società, richiesta che ha trovato accoglimento con l’indizione dell’assemblea straordinaria», ha affermato ieri l’assessore comunale alle partecipate Paolo Rovis.


«D’accordissimo su questa linea. Non è per rivendicare diritti di primogenitura, ma siamo stati noi i primi a proporla - puntualizza il vicepresidente della Provincia Walter Godina - del resto era una strada pressoché obbligata: le amministrazioni pubbliche devono comunque uscire da società che sono in rosso per tre anni di fila». E ieri l’assemblea dei soci ha anche approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2009 che segna un passivo di 338 mila euro. Un bilancio che in Consiglio comunale i forzisti non hanno voluto votare forse per far pagare a Rovis la sua astensione in giunta sul Piano regolatore.


«In base alla legge fatta dall’ex assessore Bertossi - ha puntualizzato ieri Rovis - le fiere di Udine-Gorizia e di Pordenone ricevono 500 mila euro all’anno fino al 2021, Trieste nulla. Noi abbiamo chiuso sotto di 338 mila, Pordenone con un attivo di 41 mila euro. Basta fare i conti, per capire chi ha fatto meglio».


«Un tavolo tecnico-operativo che si aprirà nei prossimi giorni con Comune, Provincia e Camera di commercio - spiega Rovis - dovrà individuare l’organismo che organizzerà comunque le prossime rassegne e in particolare il Sailing show che si svolge sulle Rive in concomitanza con la Barcolana e Triestespressoexpo prevista per novembre». Una delle ipotesi prospettate, e a questo proposito vi è già stato un colloquio tra lo stesso Rovis e il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti, è di costituire una ”Eventi fiera srl” da ospitare presso la società Aries della Camera di commercio.


«E poi - aggiunge Rovis - vi sono da riccollocare e da utilizzare le undici professionalità dei dipendenti della società». «Su questo versante ancora tutto è da discutere - aggiunge Godina - si potrebbe anche decidere che ogni amministrazione organizzi una delle manifestazioni. Comunque - aggiunge - vi sono tre questioni diverse che è anche opportuno tenere distinte. Una è quella del progetto regionale di una società unica per le manifestazioni su tutto il territorio per il quale l’amministrazione ha già identificato un advisor, una seconda riguarda appunto alcune rassegne che è indispensabile continuare a organizzare e l’ultima è quella del sito su cui oltretutto si continuano a registrare opinioni diverse».


Ieri infatti anche all’assemblea dei soci Paoletti ha brevemente tratteggiato la sua ultima idea che è quella di fare la nuova Fiera in un’unica struttura assieme a un Centro congressi da collocare accanto al Parco del Mare nell’area di Campo Marzio dove attualmente si trova ancora il Mercato ortofrutticolo. Quest’ultimo potrebbe, secondo Paoletti, venir trasferito nel giro di pochi mesi nell’area di fronte alla Wärtsilä dove la Camera di commercio si appresta a costruire capannoni per un Centro all’ingrosso. In alternativa a questa ipotesi però il Comune avrebbe fatto presente che la nuova Fiera è anche compresa nella Variante del Porto Vecchio in un sito che risulterebbe vicino al Centro congressi che sarà realizzato all’interno del Silos.


«È indispensabile trovare al più presto anche un accordo tra tutte le amministrazioni interessate - conclude Rovis - per identificare finalmente in modo definitivo e senza pareri contrapposti un sito alternativo». Una questione che, come si legge anche a fianco, ha già portato a un balletto incredibile di collocazioni che non hanno escluso né il terrapieno di Barcola né l’ex Manifattura Tabacchi. «Dalla vendita dei terreni di Montebello si possono ricavare 15-20 milioni di euro - ha affermato Paoletti - che possono appunto venir riciclati nella struttura in Campo Marzio per ospitare sia la Fiera che il Centro congressi». C’è da aspettare comunque anche l’approvazione definitiva del Piano regolatore che cambierà destinazione d’uso all’area di Montebello, nella speranza che nel frattempo qualche politico non proponga magari di collocare là il Parco del mare.


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