Morta a 79 anni la stilista goriziana che vestì Lady D
GORIZIA Nives Losani se ne è andata. Il nome di questa signora goriziana di 79 anni dal carattere aperto e giovanile forse dice poco o nulla ai più, ma per quarant’anni ha vissuto in Inghilterra vestendo da Liz Taylor alla supermodella simbolo della Swinging London, Twiggy, passando da varie principesse. Nives Losini era partita da Gorizia in treno quando aveva 23 anni.
Una mattina si era svegliata pensando che avrebbe potuto andare a lavorare in Inghilterra e, per i casi della vita, quello stesso giorno suo padre le mostrò un'inserzione che aveva trovato pubblicata sul giornale: diceva che dall’altra parte della Manica cercavano sarte.
A Trieste aveva frequentato un corso di taglio e cucito così, dopo un colloquio a Milano, venne presa e il 22 febbraio 1960 partì. Dopo alcuni anni di gavetta riuscì a farsi notare ed apprezzare da quello che lei stessa ha definito “l’Yves Saint Laurent d’Inghilterra”, Bill Gibb. Chiusa la parentesi della creatività pura, nel 1983 passò alla griffe Belville Sassoon entrando così nel giro degli abiti da sposa e da sera della nobiltà britannica. Questo le permise di frequentare Buckingham Palace e Kensington Palace. In quelle stanze cucì addosso a Lady D un vestito nuovo mentre il principe William gattonava intorno a lei a caccia di spilli.
Nell’accompagnarla all’uscita, la principessa Diana un giorno aiutò Nives tenendole il cappotto mentre lei lo indossava. “Era una donna gentile e semplice” disse della “principessa triste”. Dopo essersi dedicata anima e corpo alla moda, martedì questa goriziana dalla storia straordinaria si è spenta a causa di una malattia e oggi alle 9 le sarà dato l’ultimo saluto nella chiesa di San Rocco.
Nives Losini era rientrata a Gorizia alla fine del vecchio millennio e con l’entusiasmo di una bambina, aveva raccontato in un’intervista che avrebbe voluto tornare giovane solo per rifare il suo lavoro di modellista.
Aveva scoperto questa sua attitudine dopo aver passato sei anni a cucire prima in un’azienda nell’East Anglia, poi in una boutique londinese. Era il 1966: la capitale britannica era in fermento e nella Swinging London non era difficile trovarsi di sera accanto ai Bee Gees (“Che non mollavano la chitarra fino alle 3 di notte”). Fu in quel contesto che le capitò di trovarsi di fronte allo stilista in difficoltà nel far cadere bene un abito.
Quello che aveva imparato alla scuola di taglio di Trieste le tornò subito alla mente, non riuscì a trattenersi e a Bill Gibb disse: “Puoi girarlo come vuoi, quel vestito è tagliato male”. Da quel momento la sua vita cambiò. Non cucì più. Si dedicò sempre e soltanto al taglio trasferendo il disegno dello stilista sulla carta prima del taglio della stoffa e del confezionamento dell’abito.
Il suo lavoro su carta, ricordava, era determinante per “costruire” un vestito e risolverne i piccoli e grandi problemi di vestibilità. Raccontò che Liz Taylor si fece fare un abito bianco che aveva visto in foto su Carol Baker. Successivamente, Nives ne fece un secondo, in nero, che però tenne per sé. Presentò le collezioni di Gibb all’Hilton e organizzò la sfilata del decennale alla Royal Albert Hall.
Con Gibb inventava abiti patchwork in tartan, lana e cotone o in cotone, chiffon e pelle che sono finiti al Victoria e Albert Museum. Ma più che a Londra pensava a Gorizia: «Ha portato con sé degli abiti e desiderava donarli al Museo della Moda della città», ha rivelato ieri il nipote annunciando la scomparsa di Nives Losani.
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