Morìa di carpe nel Versa: è caccia ai liquami killer
MEDEA. Una moria di pesci di vaste proporzioni si è verificata in questi giorni nel torrente Versa, nel tratto tra Fratta e Medea.
Sono stati alcuni pescatori della zona a notare che in prossimità di una briglia lungo l’alveo del corso d’acqua, a valle di un depuratore, c’erano almeno una cinquantina di carpe prive di vita e hanno immediatamente allertato gli enti competenti.
È molto probabile che le ragioni della strage siano da collegare alla presenza nell’acqua di liquami, la cui natura e derivazione devono essere ancora accertate. Si ipotizza una possibile perdita da una tubazione fognaria, o uno sversamento illegale da parte di ignoti. Sono stati effettuati i prelievi dell’acqua per un’analisi completa e approfondita per individuare eventuali agenti inquinanti.
Sull’esito di questi controlli, sul monitoraggio ambientale effettuato le indagini sono ancora in corso e viene mantenuto per ora il massimo riserbo. Niente fa pensare ad ogni modo che la moria dei pesci sia dovuta a problemi di siccità e di conseguenza ad una mancanza d’acqua. I liquami ristagnanti hanno formato una chiazza maleodorante e torbida. Le numerose carpe trovate senza vita sul pelo dell’acqua hanno sicuramente risentito della mancanza di ossigeno. In questo tratto del torrente vivono anche altre specie di pesci, ma a morire sono state solo le carpe perché, esendo più grandi, hanno bisogno di maggiori sostanze vitali.
Dai sopralluoghi è stato riscontrato che la moria di pesci ha riguardato solo questo tratto del torrente che risulta essere attualmente anche uno dei punti più profondi dell’intero corso d’acqua e quindi con una maggiore presenza di fauna ittica. Solo in questo punto l’acqua è risultata torbida e scura, nelle altre zone del Versa limpida e pulita.
«Per il torrente Versa non c’è mai pace – hanno sottolineato i pescatori – e questa strage di carpe è avvenuta proprio nel momento della riproduzione di questi pesci che avviene tra maggio e giugno. Tutto ciò rischia di compromettere l’habitat della zona e la loro sopravvivenza».
Le stragi di pesci non sono purtroppo una novità per il torrente Versa. Già in passato si sono verificate situazioni simili, anche se i motivi erano diversi. L’acqua lungo l’alveo è presente in diverse pozze e i pesci, finché il loro elemento naturale c’è ed è abbastanza profondo, vivono e si riproducono senza nessun problema. Quando poi si esaurisce, restano in secca e senza ossigeno muoiono. Come è accaduto nell’ottobre del 2015 e del 2017, quando a causa dell’improvvisa mancanza d’acqua ci furono stragi di cavedani, carassi, scardole, carpe, alborelle, savette, carpe pesci gatti, barbi e lucci. Molti pesci furono salvati grazie all’intervento di pescatori e volontari.
Per questi casi sarebbe necessario trovare un sistema di alimentazione delle pozze dell’acqua, garantendo sempre la sopravvivenza dei pesci. La moria di questi giorni presenta una situazione nuova e diversa. Occorre prima di tutto risalire alla fonte dell’inquinamento e da qui stabilire se ci siano persone responsabili del danno ambientale o si tratti solo di una causa accidentale».
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