Morì in casa di riposo, indagata l’infermiera

La donna è accusata di non aver chiamato il 118 per un anziano che stava male. Il titolare della residenza la difende
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 13/11/15 - Via Imbriani 2, Casa di Riposo Perla
Lasorte Trieste 13/11/15 - Via Imbriani 2, Casa di Riposo Perla

Tutto è accaduto in poche ore la mattina del 15 febbraio. Un anziano, già con la salute particolarmente precaria, ha accusato un malore. Ma nessuno della casa di riposo “La Perla” di via Imbriani ha chiamato il 118: così Alfredo Del Santo, 83 anni, è morto. Non appunto in ospedale, ma nel letto della sua cameretta.

Su questa vicenda - dai contorni ancora non chiariti - il pubblico ministero Matteo Tripani ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di omissione di soccorso nei confronti di un’infermiera in servizio quella mattina nella struttura sanitaria. Della donna, che ha 25 anni ed è ritenuta una valida professionista, non sono state rese note le generalità.

Il titolare della struttura “La Perla”, Andrea Rozza, difende a spada tratta la propria dipendente. Dice: «Noi avevamo più volte consigliato alla moglie, presente con un’altra parente, di far ricoverare il signor Del Santo in ospedale. Ma la moglie aveva detto decisamente di no e aveva anche firmato una dichiarazione in cui chiedeva di non ricoverare il marito».

La vicenda giudiziaria è esplosa qualche settimana fa, quando la figlia di Alfredo Del Santo ha presentato un esposto alla Procura raccontando per l’appunto del mancato ricovero e della morte del padre. Il malore, probabilmente, si era verificato come conseguenza indiretta di una precedente caduta.

Così il pm Tripani ha disposto l’immediata acquisizione, da parte dei carabinieri del Nas, della cartella clinica e degli altri documenti relativi alla degenza dell’anziano nella struttura di via Imbriani. Ma presto potrebbero essere disposti altri accertamenti per capire esattamente il motivo per cui nella mattina del 15 febbraio Alfredo Del Santo, seppur accudito dal personale in servizio nella casa di riposo, sia rimasto nel suo letto. Il malore era sopravvenuto attorno alle 9. Il suo cuore si era fermato tre ore dopo, attorno a mezzogiorno. Tre ore di buco, tre ore di agonia. Durante le quali l’infermiera al centro dell’indagine avrebbe cercato di assistere l’anziano, ma senza appunto chiamare il 118 e chiedere di far trasportare Alfredo Del Santo in ospedale. Una decisione, questa, che per il titolare della struttura di via Imbriani è stata come detto una conseguenza delle indicazioni della moglie. È evidente che - se i fatti si sono svolti secondo questa prima ricostruzione - il pm Tripani cercherà di capire se l’infermiera poteva o semmai avrebbe dovuto non tener conto delle indicazioni scritte della moglie, ed essere quindi professionalmente obbligata a chiamare il 118. Oppure se accogliere le indicazioni della moglie è stato solo un gesto di umana pietà.

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