Morì chiedendo aiuto al 118 Medico sotto inchiesta

Si chiama Giuliano Rocconi, 60 anni, medico. Il pm Federico Frezza lo ritiene responsabile della morte di Loredana Luin, 78 anni, la donna che aveva telefonato più volte al 118 per chiedere aiuto...
Foto BRUNI Trieste 13 01 05 Sala operativa 118
Foto BRUNI Trieste 13 01 05 Sala operativa 118

Si chiama Giuliano Rocconi, 60 anni, medico. Il pm Federico Frezza lo ritiene responsabile della morte di Loredana Luin, 78 anni, la donna che aveva telefonato più volte al 118 per chiedere aiuto perché non riusciva più a respirare, ma che non è stata soccorsa. Il medico in servizio alla guardia medica in quelle ore era proprio Giuliano Rocconi. È accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso.

Nella relazione scritta, dopo la morte della donna, aveva ribadito che lei aveva telefonato «per un consiglio telefonico» e aveva aggiunto: «non mi ha chiesto la visita domiciliare». E pertanto, «considerate le scarse notizie riguardo altri disturbi riferiti dalla signora in un quadro complessivo asintomatico per patologie rilevanti, ho ritenuto chiuso il caso».

Ma Loredana Luin «aveva allertato il 118 con ben quattro telefonate, delle quali due riscontrate, e l’intervento del medico (Giuliano Rocconi, ndr) è avvenuto su richiesta dell’operatore del 118 e nient’affatto da una richiesta di consiglio telefonico da parte della stessa signora Luin», come ha scritto nell’esposto-denuncia presentato in Procura dall’avvocato Fulvio Vida, il legale che assiste la figlia della donna morta nonostante le richieste d’aiuto. «La donna - scrive ancora Vida - aveva infatti espressamente richiesto aiuto alla struttura pubblica e spettava alla mesesima porre in atto le procedure di soccorso necessarie».

Intanto lunedì il pm Frezza incaricherà il medico legale Fulvio Costantinides di verificare, così si legge, «la causa del decesso e la sussistenza o meno del nesso causale tra la mancanza di tempestività nei soccorsi e il decesso, nonché ogni altro elemento utile ai fini di giustizia».

La data è quella dello scorso 24 aprile. A trovare il corpo esanime riverso sul pavimento era stata la figlia Luisa Postogna. Era giunta nella casetta di via Paisiello 14 attorno alle 19 di quel giorno, preoccupata perché non riusciva a contattare la madre dalla sera prima. Da fuori aveva intravisto il corpo della mamma all’interno dell’abitazione guardando dalla finestra, e dopo aver chiamato il 118 era entrata. E aveva fatto l’atroce scoperta.

Il giorno seguente aveva ricostruito la vicenda. Perché vicino al cadavere c’era il telefonino e nella memoria erano rimaste le quattro disperate chiamate di Loredana Luin al centralino del 118. Era morta chiedendo aiuto. Poi Luisa Postogna aveva chiesto all’Azienda sanitaria i tabulati e le registrazioni delle telefonate giunte al centralino del 118 dal cellulare della madre. E anche che venisse effettuata l’autopsia. Aveva letto le trascrizioni delle telefonate e le erano venuti i brividi. Perché in un primo momento la mancanza di respiro era stata attribuita a un semplice raffreddore. E per questo nessuno era andato a prestarle soccorso.(c.b.)

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