Moretton: "I democratici se vogliono crescere devono tornare al centro"
Intervista al capogruppo in Regione. "La Serracchiani come segretario dovrebbe essere più concretamente a contatto con il territorio"
Gianfranco Moretton
TRIESTE
«Debora Serracchiani dice di garantire la presenza moderata nel partito? Non è così». In primavera, dopo l’ennesima batosta elettorale del centrosinistra, Gianfranco Moretton aveva duramente attaccato il segretario regionale del Pd.
A fine estate si ripete, seppure con toni meno diretti. Aggiungendo però considerazioni non secondarie su una prospettiva politica che diventa sempre più concreta, quella di centro: «Senza tener conto di quell’anima, il Pd resta un partito di sinistra senza possibilità di crescita».
C’è in vista un possibile addio? Non è escluso: «Mi posso riconoscere solo dove il centro è rappresentato».
Capogruppo Moretton, qualche mese fa una sua intervista al Piccolo provocò una spaccatura tra lei e il segretario. Il caso è rientrato?
Evidenziavo alcune problematiche che sarebbe necessario affrontare. Rimango convinto che la fiducia degli elettori va conquistata solo attraverso programmi e proposte serie che interpretino la volontà dei cittadini.
Riconferma le critiche mosse alla Serracchiani di essere una figura mediatica che non risolve i problemi e non ha proposte convincenti?
Non si trattava di critiche ma della necessità di essere più direttamente e concretamente a contatto con il territorio. Solo attraverso presenza e verifiche dirette un segretario può conoscere la realtà per guidare e rappresentare il partito nella sua totalità.
Non mancano in queste settimane tentazioni di centro. Sono solo voci o davvero qualche uomo importante del Pd Fvg potrebbe lasciare il partito?
Sono un uomo di centro e ho sempre creduto che per il Pd è fondamentale rappresentare e crescere con le forze centriste. Altrimenti resta solo un partito di sinistra e, come tale, le prospettive di crescita si annullano da sole.
Lascerà il partito?
Sono sempre stato uomo di centro moderato e posso riconoscermi solo dove il centro è rappresentato.
Serracchiani sostiene che la rappresentanza moderata è garantita all'interno del partito. Condivide?
Le affermazioni della Serracchiani sono vere solo quando trovano rispondenza e conferma nei centristi che hanno aderito al Pd. In questo momento le perplessità che stanno emergendo non sono poche e non possono confermare quanto da lei sostenuto.
La situazione nazionale è determinante. Si aspetta le elezioni anticipate?
L’evoluzione dei fatti dei prossimi giorni sarà determinante per una risposta precisa. Inutile fare previsioni quando tra poco ci saranno le conferme.
Ritiene utile per il Pd un'alleanza con Casini e con Fini?
Mi è difficile pensare che l’Udc intenda entrare a far parte del Pd, ma l’alleanza di governo è un’altra cosa. Quanto a Fini, sarà credibile solo quando si iscriverà nelle liste del centrosinistra.
Chi potrà essere il candidato del Pd? E chi del centrosinistra?
Una domanda di questo tipo presuppone l’esclusione di Bersani mentre, al contrario, secondo le regole di partito, il segretario rimane l’unico candidato. Il leader del centrosinistra andrà valutato sulla base delle alleanze.
Tornando in Regione è cambiato il suo giudizio sulla giunta Tondo?
Assolutamente no. Troppi conflitti interni e mancanza di risultati concreti.
Chi promuove degli assessori? E chi boccia?
Nessuno è promosso, qualcuno si potrà salvare con gli esami di riparazione. Ma dovrà impegnarsi molto.
Nel 2013, stando allo statuto del Pd, lei non si potrà candidare in Consiglio. Che cosa farà dopo? Ci può essere un'ipotesi Parlamento?
Il 2013 è troppo lontano e in ogni caso non è questo che mi preoccupa. Il mio impegno va sempre in un’unica direzione: lavorare per un partito che possa dare garanzie al territorio rispondendo alle attese dei cittadini. Un partito che si riconosce nella libertà, nella democrazia e che guarda allo sviluppo, improntato nella solidarietà sociale e nel progresso culturale.
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