Montuzza, pranzo servito da sette chef

Cuochi professionisti per un giorno ai fornelli nella mensa dei frati per la felicità di un centinaio di persone
Di Ugo Salvini
Silvano Trieste 06/01/2014 Montuzza, i cuochi
Silvano Trieste 06/01/2014 Montuzza, i cuochi

Il sorriso di tanti volontari, un pasto speciale, perché preparato da alcuni fra i migliori cuochi della città, e tanto calore umano. I poveri della città che ieri, a mezzogiorno, si sono presentati davanti alla porta del Convento dei frati di Montuzza, hanno ricevuto, com’è oramai consolidata tradizione per il giorno della Befana, un’accoglienza del tutto particolare. Ai fornelli della struttura che da anni accoglie chiunque si voglia affacciare a mezzodì a quel piccolo uscio in legno, per poter avere gratuitamente un pasto, c’erano i cuochi della locale Associazione di categoria, presieduta da Emilio Cuk e affiliata alla Federazione italiana cuochi. «E’ un regalo che facciamo da circa vent’anni a coloro che vivono una situazione di difficoltà economica – ha spiegato Cuk – un impegno al quale ci apprestiamo con grande disponibilità e impegno».

Perfetti nelle loro divise bianche, con tanto di stemma della Federazione stampato sul braccio e il nome scritto sul taschino sul petto, ma soprattutto animati dalla volontà di aiutare gli altri, i sette cuochi si sono presentati alle 10 del mattino per preparare quanto previsto. E a mezzogiorno le caldaie della sala erano colme di pastasciutta, carne, polli, condimenti di vario tipo, dolci, tutti cucinati al meglio. E tanta buona volontà si è tradotta in uno momento di gioia per quanti versano in problematiche condizioni economiche e abbisognano tutto l’anno dell’aiuto dei frati, da sempre in cima alla graduatoria della generosità cittadina. Accanto ai cuochi è stato prezioso anche l’apporto dei volontari che hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa: chi stando alla porta, per scaglionare gli ingressi in base alla capienza della sala, chi aiutando dietro le quinte, distribuendo i panettoni che facevano parte del regalo della Befana per i poveri, chi pulendo i tavoli e raccogliendo le immondizie. E il centinaio scarso di persone che così hanno potuto vivere una Befana diversa, circondati dall’affetto di chi ha voluto donare loro un gesto, prima ancora che un piatto caldo, hanno apprezzato. Ciascuno in base alla propria cultura, perché le etnie di coloro che salgono ogni giorno la scalinata che porta a Montuzza sono le più diverse. Chi ha risposto con un saluto, chi con un cenno della mano, chi con un semplice sguardo. Ma davanti alla solidarietà tutte le barriere cadono, il linguaggio è universale e non servono discorsi per esprimere gratitudine. A fine pasto la gioia si è raddoppiata, perché Cuk ha ordinato di distribuire, con l’ausilio di appositi contenitori, quanto era avanzato, affinché quelle persone potessero avere anche una cena degna di tale nome nel giorno della Befana. E negli occhi di chi ha lasciato la mensa con un pasto pronto per la sera in una mano e il panettone nell’altra si leggeva un universo di emozioni, un grazie evidente. Accanto a Cuk, com’è noto titolare del ristorante Montecarlo, hanno lavorato Pavel Mark della Posta di Sherwood, Paolo Verbanaz già cuoco del ristorante Lupinc di Prepotto, Claudio Rosso, fino a poco tempo fa cuoco da Scabar, Andrea Starz, che ha cucinato a “El Fornel”, Alberto e Luciano Simonit, della Pineta del Carso e Andrea Basilico, che si è auto definito “cuoco libero”. Uno stuolo di raffinati esperti, ma soprattutto di uomini generosi, che per un giorno si sono messi al servizio della collettività.

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