Montezemolo: «In Fvg Alitalia perde soldi: la Regione ci dia i fondi»

Il presidente contro le rotte anti-economiche: «Penalizzati come la Calabria perché non siete serviti dall’alta velocità. Dobbiamo seguire la logica di mercato»
L'aeroporto di Ronchi dei Legionari
L'aeroporto di Ronchi dei Legionari

TRIESTE. L'ingresso, nell'ottobre del 2014, di Etihad Airways, ha aperto uno scenario del tutto nuovo per Alitalia. Un futuro che passa attraverso investimenti per nuovi aerei e nuovi servizi, ma che guarda anche e soprattutto alla redditività delle rotte. Il presidente, Luca Cordero di Montezemolo, è deciso: «La compagnia - ha detto ieri in un intervista - sta chiudendo una dopo l'altra le rotte che economicamente non tornano e purtroppo, soprattutto a livello nazionale, sono molte».

Rami secchi da tagliare, se si vuol sperare in un domani migliore. Il numero 1 di Alitalia, nella sua analisi, chiama in causa due regioni, il Friuli Venezia Giulia e la Calabria perchè non servite dall'alta velocità ferroviaria. Per l’aeroporto di Reggio Calabria, per il quale già l'Enac ha richiesto un nuovo piano economico, pena la perdita della gestione, sono già, evidentemente, previsti dei tagli. Montezemolo prende di mira anche l’aeroporto di Ronchi dei Legionari dove peraltro ad aprile verrà introdotto il quinto volo su Roma, mentre non rischiano Milano e Napoli: «Se Regioni come il Fvg ritengono indispensabili alcune rotte noi gli facciamo vedere quello di cui abbiamo bisogno e, come si danno centinaia di miliardi alle Ferrovie dello Stato, si dà all'Alitalia quello che le serve. Questa è una logica di mercato».

Una dichiarazione che il presidente della società di gestione dello scalo ronchese "sposa" appieno. «É coerente - ha detto Antonio Marano - con quello che il nuovo corso e la nuova governance di questo scalo. É indispensabile se si vuole restare sul mercato e noi, in linea con quanto richiesto dal nostro azionista, la Regione, ci stiamo provando. Alitalia, comunque, ci ha già fatto capire di essere concorde con la nuova linea di azione». Montezemolo ha ribadito che dopo il fallimento dell'Alitalia pubblica, quella di oggi è un'azienda privata: «Azienda che deve operare - ribadisce - con logiche di mercato, ritorni economici, una cultura aziendale in cui il merito, la competenza e le capacità sono indispensabili. Quindi fuori la politica, fuori i partiti. Non è facile ma così deve essere».

Nel 2016 Alitalia, che lo scorso anno ha chiuso con 200 milioni di perdita, in linea con le previsioni, si sta muovendo oggi mettendo sul piatto qualcosa come 400 milioni di euro di investimenti che si sviluperanno tra nuove tratte, nuovi aeromobili e nuovi servizi. L'obiettivo, per il 2017, è quello, storico, di tornare all'utile di bilancio.

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