Montenegro nella Nato nuova grana per Trump
BELGRADO. La Russia che persevera nelle sue ingerenze, per mantenere un piede in un territorio geopoliticamente significativo, un tempo non lontano suo storico alleato. Gli Usa che ancora nicchiano, divisi tra favorevoli e riluttanti se affrontare le ire di Mosca per accogliere un piccolo Paese balcanico, sulla carta piccolo e poco importante, nella Nato. Montenegro che rimane ancora nel limbo a proposito dell'auspicato - dalla leadership politica al potere - ingresso del Paese balcanico nell'Alleanza atlantica, una mossa che sarebbe fra le ragioni del presunto fallito golpe "filorusso" a cavallo delle elezioni dell'ottobre 2016. Ieri, novità di rilievo, i Paesi Bassi hanno ratificato la richiesta d'adesione di Podgorica alla Nato. Ma all'appello mancano ancora due nazioni: Spagna e Usa. E sono proprio gli Stati Uniti, al momento, i più riottosi a concedere al Montenegro di issare la bandiera blu con la rosa dei venti. Il Senato americano, infatti, non ha ancora messo in agenda la discussione sulla ratifica dell'adesione, per l'ostruzionismo di alcuni senatori che hanno manifestato la loro contrarietà all'allargamento dell'Alleanza a Podgorica.
Fra le voci più critiche, quelle del senatore Mike Lee e soprattutto quella del repubblicano Rand Paul, figura controversa, che ha affermato che «il Montenegro non significa molto per la sicurezza americana». Podgorica potrebbe invece rappresentare persino un pericolo, per una Nato «estesa», ha aggiunto. «Fra quelli che vogliono il Montenegro nella Nato ci sono anche persone che vorrebbero lo stesso per Georgia e Ucraina», ha aggiunto Paul, avvertendo che chi vuole l'adesione di Podgorica e di altri Stati un tempo nell'orbita di Mosca «deve prepararsi» persino «alla guerra con la Russia». «Lavori per Putin», la dura risposta del compagno d'aula, John McCain, fra i tanti arrabbiati per la melina di Paul. Qualcosa potrebbe però cambiare nella linea di Washington, andando incontro alle speranze di Podgorica. A muoversi a favore della ratifica è stato infatti nei giorni scorsi direttamente il segretario di Stato, Rex Tillerson, che ha inviato una lettera ai recalcitranti senatori per invitarli a mutare posizione. Lettera in cui Tillerson ha messo nero su bianco che avere il Montenegro nella Nato «è fortemente negli interessi degli Stati Uniti». L'obiettivo di Washington, ha precisato Tillerson, è che la ratifica arrivi ben prima del 25 maggio prossimo, quando a Bruxelles si terrà il vertice della Nato, con la partecipazione del presidente Usa, Donald Trump, confermata ieri. Al summit, l'auspicio di TIllerson, il Montenegro dovrà partecipare «come membro Nato a tutti gli effetti», non più come osservatore. La palla passa ora al Senato Usa, che di certo dovrà tener d'occhio anche le rimostranze russe. Russia che, per bocca del suo ambasciatore alla Nato, Alexander Grushko, ha avvertito lunedì che il Cremlino considera la «politica delle porte aperte» dell'Alleanza e i tentativi di «portare il Montenegro nella Nato» come un pericolo.
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