Montenegro, 50 mila in piazza pro Đukanović
BELGRADO Montenegro terra di manifestazioni di massa e di proteste. Prima delle elezioni erano i fedelissimi della Chiesa serbo-ortodossa ad occupare strade e centri storici delle principali città del Paese per protestare contro la legge che avrebbepermesso al governo di statalizzare moltissimi beni immobili, comprese chiese e monasteri, dell’ecclesia ortodossa, ora ad occupare la principale piazza della capitale Podgorica ci hanno pensato i 50 mila fedelissimi del presidente Milo Đukanović che si sono riuniti per opporsi a una nuova coalizione guidata dalla lista pro-serba per il futuro del Montenegro. I partecipanti portavano bandiere montenegrine e cantavano vecchie canzoni tradizionali del Paese.
La manifestazione si è svolta in Piazza Indipendenza a Pristina. La chiamata a partecipare è apparsa sui social media dopo le recenti elezioni parlamentari, in cui il Partito Democratico dei Socialisti (Dsp) del presidente Milo Đukanović ha perso il potere dopo 30 anni. La maggioranza nel Parlamento montenegrino è stata così occupata dalle liste pro-serbe e filo-russe.
A giudicare dai messaggi degli oratori e della folla, la manifestazione è stata diretta contro le tre coalizioni che hanno celebrato insieme le elezioni. La manifestazione si è svolta pacificamente, senza incidenti, e si è conclusa con l'inno Oj, l'alba luminosa di maggio e una fiaccolata di massa. I partecipanti alla manifestazione hanno gridato: «Non stiamo dando il Paese, non stiamo dando il Montenegro».
Non è chiaro chi abbia organizzato la manifestazione, gli organizzatori si sono autografati come "Organizzazioni patriottiche montenegrine". Nell'invito sotto la bandiera montenegrina, hanno scritto: «Il Montenegro ti chiama, non hai scuse». Il primo ministro montenegrino Dusko Marković ha scritto su Twitter prima della manifestazione che «il Montenegro è eterno», mentre il suo Partito democratico dei socialisti ha negato la speculazione secondo la quale ci sarebbe la sua mano dietro l'organizzazione della manifestazione. Manifestazione che si è svolta nonostante le misure prese per contrastare l’epidemia da Covid-19 e che vietano i raduni di oltre 100 persone. Un “antipasto” di quanto servito poi dalla massa nell’arena di Podgorica si è già pregustato giovedì scorso a Cetinje, dove migliaia di manifestanti con bandiere montenegrine hanno camminato per le strade dell'ex capitale del Paese.
Sebbene i partiti di opposizione si siano impegnati a colmare le loro differenze, il Fronte democratico (Df) ha fatto promesse anche a Belgrado e Mosca e,per quanto riguarda l’appartenenza alla Nato e l’adesione all’Ue è stato garantito lo status quo. Tuttavia, la questione delle priorità di politica estera metterà all'ordine del giorno anche l'armonizzazione delle relazioni con Serbia e Russia. Tra l'altro, il Df non riconosce l'indipendenza del Kosovo. La questione è anche se ci saranno davvero solo esperti nel nuovo governo o anche quadri di partito della coalizione.
Gli scontri tra i sostenitori del Dsp e le future autorità con un'iconografia serba dominante hanno dimostrano che sarà difficile evitare il revanscismo. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo