Monte Grisa, l'allarme del rettore: "Temiamo che possa crollare"

"Sentiamo scricchiolii sinistri. Abbiamo paura. Mancano i soldi, nessun restauro in vista". Il rettore don Vazzoler denuncia la situazione del Tempio mariano di Monte Grisa dove dopo i due spaventosi crolli, susseguitisi nel 2004 e nel 2007, nulla è stato fatto, se si eccettua l’opera di messa in sicurezza
TRIESTE.
«Quassù l’inverno, tra bora e neve, è terribile: sentiamo scricchiolii sinistri, abbiamo paura che possa crollare ancora qualcosa perché l’acqua evidentemente continua a infiltrarsi e a rendere precarie le strutture». Il rettore, don Sergio Vazzoler, tratteggia una situazione incresciosa al Tempio mariano di Monte Grisa dove dopo i due spaventosi crolli, susseguitisi nel 2004 e nel 2007, nulla è stato fatto, se si eccettua l’opera di messa in sicurezza. «Non si tratta di rifare solo il rivestimento esterno della struttura - spiega don Vazzoler - ma anche il risanamento del cemento, un’operazione laboriosa e costosa, del valore complessivo di oltre tre milioni e mezzo di euro. E noi finora non abbiamo visto un centesimo e comunque nessuno ci ha informati di prossimi arrivi di denaro».


L’assessore ai Lavori pubblici Elio De Anna fa sapere che la Regione ha stanziato a favore del santuario di Monte Grisa un primo contributo di un milione e 200 mila euro nel settembre 2008 e ulteriori 500 mila euro a fine 2008. Troppo poco però perché l’Ufficio tecnico della Curia possa fare il bando per l’assegnazione dei lavori. Una situazione bloccata che oltre a penalizzare i credenti, incide anche sull’intero bilancio turistico della provincia dal momento che, prima dei crolli, visitavano Monte Grisa anche 600 mila pellegrini all’anno.


«I tre milioni e mezzo di preventivo - spiega Roberto Sasco presidente della commissione urbanistica del Comune oltre che ingegnere cattolico praticante - sono il risultato del progetto del tecnico incaricato dal santuario, dopo le consultazioni con la Soprintendenza (l’edificio è vincolato) la quale ha prescritto l’uso degli stessi materiali utilizzati da progettista di allora, Antonio Guacci. Ma sono una cifra abnorme e irraggiungibile - rileva Sasco - nel momento in cui il Comune di Trieste fa i salti mortali, tante altre chiese a cominciare da quella di San Giovanni hanno bisogno di interventi urgenti, e la Regione non ha soldi». Anche una colletta tra i fedeli che era stata prospettata, ben poco potrebbe fare dinanzi a queste cifre. «E comunque - specifica ancora don Vazzoler - sarà meglio avviarla nel momento in cui si aprirà il cantiere, il che rende la gente più sensibile e disposta a contribuire».


Secondo Sasco c’è un’unica via d’uscita: «rivedere il progetto riaprendo il dialogo con la Soprintendenza perché i medesimi risultati funzionali ed estetici sono raggiungibili anche senza usare elementi in titanio, pietra carsica e piastrelle e quindi spendendo molto, ma molto meno».


Il primo crollo è avvenuto nel 2004: 400 metri quadrati di rivestimento del tetto del peso di 50 tonnellate si sono abbattuti sul passaggio pedonale esterno finendo dentro la chiesa e dopo aver sfondato sei lastroni sono caduti su tre altari e su due confessionali. La pioggia di pietre, vetri e calce ha sfiorato due comitive del Veneto. Tre anni dopo, l’esatta replica sul lato opposto della piramide, solo dieci minuti dopo la fine della messa.


Il santuario ha proporzioni gigantesche: un volume complessivo di 50 mile metri cubi con 8.500 metri cubi di strutture in cemento armato, 4.000 metri quadrati di pavimentazioni in marmo e 1.800 metri quadrati di grandi vetrate. Appena il mese scorso diecimila persone hanno visitato lo stand triestino alla Fiera del turismo religioso che si è svolta a Roma e ha visto la partecipazione anche dell’assessore triestino Paolo Rovis. Con la basilica di San Giusto, la chiesa di Sant’Antonio nuovo, il santuario mariano di Monte Grisa appunto, ma anche i templi di altre fedi: la sinagoga, la chiesa serbo-ortodossa e quella greco-ortodossa, Trieste può proporre tour dei luoghi di culto e aspirare ad essere uno dei siti religiosi più visitati d’Italia.
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