Montagna Fvg, le pagelle di Legambiente bocciano Pontebba e Zuglio
TRIESTE Una montagna «tra vertici e abissi», riassume Legambiente del Friuli Venezia Giulia nell’assegnare, all’interno della campagna nazionale Carovana delle Alpi, quattro bandiere verdi e altrettante nere, simboli per promossi e bocciati nella gestione del territorio. Tra i primi, la Rete di imprese Abete bianco del Friuli, il Consorzio della Valli e Dolomiti friulane, i Comuni di Tramonti di Sotto e Pinzano al Tagliamento. Pagella insufficiente, invece, per la direzione centrale Risorse forestali e per il servizio Idraulica della Regione Fvg, oltre che per il Comune di Pontebba, la parrocchia di Zuglio e il ministero dei Beni culturali.
Parte proprio da Zuglio, Legambiente. Vinta la battaglia contro l’elettrodotto, scrivono nella “pagella” gli ambientalisti ricordando lo stop a un progetto transfrontaliero di una decina di anni fa proposto da alcuni industriali friulani, «siamo rimasti ancora più scandalizzati per una serie di interventi nel frattempo eseguiti direttamente o con l'assenso della parrocchia». Tra l’altro, alla soglia della pieve di San Pietro, c'è pure «l’imbrattamento con vernice rossa dei bordi dei gradini in pietra delle scalinate, pare per evitare cadute ai frequentatori». Di qui la segnalazione di Legambiente alla Soprintendenza Belle Arti, «senza peraltro ottenere risposta: per colpevole “disattenzione” o come conseguenza dei tagli al personale?».
Nonostante le restrizioni imposte dal Covid, con effetti sulle attività di ricognizione e la raccolta di dati e informazioni, l’associazione è dunque riuscita a proseguire un’attività avviata dal 2004, spiega il responsabile regionale di Carovana delle Alpi Marco Lepre. «Abbiamo premiato con la bandiera verde alcune amministrazioni locali che si sono distinte per la cura e la manutenzione del territorio e per la valorizzazione dei propri aspetti ambientali e culturali, come nel caso di Tramonti e di Pinzano – spiega –, una rete di imprese che utilizza con metodi ecologicamente sostenibili una essenza particolare come l'abete bianco e il Consorzio delle Valli e Dolomiti Friulane che sostiene piccole iniziative agricole, zootecniche e forestali che mantengono viva la montagna pordenonese, mentre le bandiere nere hanno colpito chi deturpa il paesaggio e impoverisce l'ambiente, togliendo l'acqua ai fiumi, trasformandoli in distese uniformi di ghiaia, cancellando sentieri e mulattiere con inutili e costose strade forestali, deturpando aree storico-monumentali vincolate dalla Soprintendenza: in una parola, banalizzando il territorio montano». Sotto accusa c’è anche la Regione, «il soggetto che promuove dal punto di vista turistico una montagna friulana “incontaminata” e che è invece il principale responsabile della realizzazione o della autorizzazione di questi interventi devastanti». E così Pontebba ottiene la bandiera nera «per il sostegno dato a un progetto privato di sfruttamento idroelettrico del fiume Fella», il servizio Idraulica «per gli interventi di “protezione civile” sui corsi d’acqua montani» e la direzione Risorse forestali «per i progetti di nuove strade spesso ingiustificate e pesantemente impattanti».
«Come prima, peggio di prima», è la sintesi di Lepre. «Legambiente - ricostruisce - non è stata tenera nei confronti delle giunte regionali. Quello che purtroppo dobbiamo constatare negli ultimi tempi è un aggravamento della situazione. Ad essere privilegiati sembra siano gli interessi “particolari” di singoli soggetti, mentre si perde di vista l'interesse generale. Un comportamento miope che rischia di presentare presto un conto salato». —
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