«Monsignor Ravignani sta male»: il vescovo invita a pregare per lui

Crepaldi scrive ai sacerdoti. Nell’ultimo periodo le condizioni del suo predecessore si sono aggravate
Monsignor Eugenio Ravignani, qui nel 2009 durante una funzione a Monte Grisa quand’era vescovo
Monsignor Eugenio Ravignani, qui nel 2009 durante una funzione a Monte Grisa quand’era vescovo

TRIESTE Monsignor Eugenio Ravignani non sta bene. La salute del vescovo emerito di Trieste, ottantotto anni a dicembre, si è aggravata nelle ultime settimane. L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha voluto rendere partecipe l’intero clero cittadino, chiedendo ai sacerdoti di ricordare Ravignani nelle loro preghiere personali.

«Carissimi – si legge in una comunicazione ufficiale scritta personalmente dal presule e inviata ieri via mail a tutti i preti – sono a informarvi che in questi giorni si sono aggravate le condizioni di salute di monsignor Eugenio Ravignani. Sono a chiedere la vostra preghiera per questo figlio della nostra Chiesa – è l’invito di Crepaldi – affinché senta la confortante presenza del presbiterio di Trieste, nei modi che il Signore vorrà fargliela pervenire. Uniti nell’invocazione della Madonna della Salute, vi saluto e vi benedico».

Da quanto si è saputo il vescovo emerito è peggiorato progressivamente nel giro di tre settimane. È il quadro cardio-respiratorio, soprattutto, a impensierire.

Ravignani in questo periodo si trova nella sua residenza di Opicina assistito costantemente, giorno e notte. Chi ha avuto modo di incontrarlo o di ricevere informazioni di prima mano, conferma che il monsignore alterna momenti di lucidità e di maggior vigore fisico, ad altri di evidente difficoltà. «Il vescovo Eugenio è accudito amorevolmente dal personale sanitario qualificato e non soltanto – confida un sacerdote della Diocesi –, siamo tutti preoccupati e in apprensione per lui. Ci sono giorni in cui sta meglio e in cui sembra che si stia effettivamente riprendendo, ma ci sono anche giorni in cui il cuore purtroppo è più “ballerino”, diciamo così. La situazione sanitaria, quindi, al momento non si può definire con esattezza. I segnali variano da un giorno all’altro, stiamo a vedere. Ma il vescovo emerito non è mai abbandonato, c’è sempre chi gli sta accanto e che gli vuole bene».

L’ipotesi di chiedere un ricovero per il monsignore in una struttura adatta alle cure, presa inizialmente in considerazione, è stata presto scartata a causa della situazione di grave allarme sanitario legato al coronavirus e ai rischi di contagio negli ambienti ospedalieri e non solo. E i posti letto nei reparti di degenza, come noto, in questo periodo scarseggiano, proprio per effetto dell’emergenza in corso. «Trasferire in ospedale monsignor Ravignani o in altri posti protetti probabilmente è addirittura peggio – spiegano dalla Diocesi – ma a casa è seguito ventiquattrore ore su ventiquattro, questo si può dire con certezza. Il medico va a trovarlo due volte al giorno e c’è sempre un’infermiera presente accanto a lui che se ne prende cura».

Ravignani è diventato vescovo nel 1983. Dopo l’incarico a Vittorio Veneto, ha preso le redini della Diocesi di Trieste il 2 febbraio del 1997. Il monsignore è rimasto alla guida pastorale della città fino al 4 ottobre del 2009, giorno in cui è iniziata ufficialmente l’era dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi. —

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