Monossido killer in via Crispi a Trieste: indagine per omicidio colposo
Inchiesta della Procura sul decesso del medico austriaco la sera del 30 dicembre. È stata disposta l’autopsia oltre alla perizia tecnica sulle cause della dispersione
La Procura di Trieste ha aperto un’indagine per omicidio colposo sulla morte del sessantatreenne Berndt Urlesberger, il medico austriaco deceduto la sera del 30 dicembre nel suo appartamento al quarto piano di via Crispi 5 per una grave inalazione di monossido di carbonio. Il fascicolo è affidato alla pm Ilaria Iozzi.
Sono stati disposti l’autopsia e gli esami tossicologici. E, soprattutto, è stato nominato un consulente tecnico, incaricato a compiere le verifiche sugli impianti del condominio, tra cui anche la canna fumaria.
Il gas killer, che in base ai primi rilievi dei Vigili del fuoco (il Comando ha già inviato una relazione alla Procura) era fuoriuscito a causa di un guasto a una caldaia della palazzina o per un problema all’impianto di scarico collegato, aveva intossicato anche la moglie del medico austriaco, sopravvissuta miracolosamente. Altri nove inquilini della palazzina erano stati visitati dal personale del 118: oltre alla coniuge della vittima, per tre erano stati necessari i trattamenti ospedalieri in camera iperbarica.
Come apparso chiaro ai Vigili del fuoco e ai sanitari delle ambulanze e delle automediche, quella sera si era rischiata una vera e propria strage. Erano infatti le 21 passate quando alcuni amici del medico austriaco, preoccupati di non avere più notizie della coppia con cui avrebbero dovuto incontrarsi, si erano recati in via Crispi per capire cosa fosse successo: i due coniugi, venuti a Trieste in quei giorni di fine dicembre proprio per trascorrere il Capodanno, non rispondevano al telefono né al campanello.
A quel punto gli amici avevano allertato i soccorsi chiamando il 112. È così che era stato scoperto il corpo senza vita del sessantatreenne, disteso sul letto del suo alloggio. La moglie era accasciata per terra, in stato confusionale. Era sera e il gas killer si era già diffuso pericolosamente in buona parte del condominio. Avrebbe potuto fare altre vittime durante la notte.
Gli accertamenti dei pompieri avevano individuato concentrazioni elevatissime di monossido al quarto piano, dove era deceduto il medico austriaco. Ma anche nell’appartamento subito sotto, al terzo piano: il sospetto è che la fuoriuscita del gas possa essere stata originata dall’impianto della caldaia di quell’alloggio o dalle tubazioni collegate, quindi compresa la canna fumaria. Ma è un’ipotesi.
All’indomani del drammatico incidente la Squadra mobile aveva sequestrato tre abitazioni: quella del terzo piano, quella del quarto in cui è deceduto il medico austriaco e quella del quinto, una mansarda, dove la sera del 30 erano state fatte evacuare le quattro persone presenti in casa.
Il consulente nominato dalla Procura ha il compito di localizzare il punto preciso della fuoriuscita del monossido e quindi capire se si era trattato di un guasto alla caldaia del terzo piano – installata nel 2021 e sottoposta a manutenzione lo scorso maggio – o anche ad altre presenti nell’edificio. E che, in linea teorica, potrebbero aver determinare una cattiva combustione.
I controlli del tecnico indicato dalla Procura di Trieste sono estesi anche alle tubazioni e alla canna fumaria per rintracciare eventuali ostruzioni sullo scarico dei fumi, oppure possibili componenti scollegate, rotte o crepate. Una parte delle canalizzazioni è situata nei controsoffitti, che quindi andranno aperti. —
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