Monfalconese il pilota dei Papi: in cielo con Francesco e Benedetto

Nello staff dell’Alitalia, nel luglio dello scorso anno portò Jorge Mario Bergoglio a Rio de Janeiro Alberto Colautti era ai comandi anche quando nel novembre del 2011 Ratzinger si recò in Benin
Di Ciro Vitiello

E’ monfalconese il “pilota dei Papi”, un bisiaco “doc” del rione di Aris-San Polo a Monfalcone, battezzato nella chiesa di San Nicolò. Si chiama Alberto Colautti, classe 1961, è Comandante Alitalia e Manager Airbus Fleet. Il 18 novembre 2011, infatti, ha pilotato con il suo l’equipaggio l’aereo con a bordo Papa Benedetto XVI per l’Africa nel Benin e il 22 luglio 2013 quello con Papa Francesco per il viaggio apostolico a Rio de Janeiro.

«Un’emozione indescrivibile – afferma – perché gli eventi oltre a essere sotto gli occhi di tutto il mondo, sono nello stesso tempo un volo di Stato avendo per giunta molte ore a bordo la guida della Chiesa. Per un pilota si tratta di un volo speciale che lascia il segno, se poi è cristiano credente come me, rappresenta un privilegio veramente unico». Il racconto di questi episodi scivola nelle risposte tra il “non posso rispondere perché riservato” e la gioia, invece, di poter descrivere alcuni dei momenti più belli di questa singolare avventura.

«Non è permesso all’equipaggio rivolgere domande al Papa continua Colautti - ma in qualche occasione si va oltre il protocollo come è successo con Papa Benedetto XVI che mi ha chiesto a sorpresa se avevo esercitato anche voli in Germania e con Papa Bergoglio dotato di una irrefrenabile simpatia». La curiosità è tanta e chiediamo di sapere di più al pilota. «Tutti lo sanno che il Pontefice, quando è salito in aereo - racconta Colautti - portava lui stesso la sua borsa, e non un sacerdote. Ebbene, con estrema disinvoltura ha spiegato: porto il breviario, effetti personali e materiale per appunti. Non vi preoccupate, non ho nessuna scatola di bottoni per lanciare la bomba atomica». Qualche altro ricordo del viaggio a Rio? «Nei viaggi così lunghi, quando attraversiamo lo spazio aereo di diversi Stati - continua il pilota - la Santa Sede manda un messaggio a quel popolo nella loro lingua e una benedizione. Poi Papa Francesco ha una disponibilità e una comunicazione uniche che spesso esulano dal protocollo. Infatti, quando stavamo per atterrare in Brasile, ha voluto essere eccezionalmente con noi. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre, è vietato l’ingresso a chiunque nella cabina di comando. Per Papa Francesco abbiamo avuto l’autorizzazione».

Si tratta di alcuni flash del comandante Colautti raccontate giovedì sera nel teatro San Nicolò, ospite della festa dei 50 anni di fondazione del Circolo Acli “Giovanni XXIII”. La sua presenza come ospite è stata annunciata nei saluti dal presidente Nicolò Scaramuzza, che ha ringraziato per gli interventi anche l’assessore alla Cultura Paola Benes, il consigliere provinciale Fabio Del Bello, il parroco don Gilberto Dudine e la presidente provinciale Acli di Gorizia Silvia Paoletti.

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