MONFALCONEBenedizione censurata, ci sono bimbi musulmani

Sabato mattina alla scuola elementare Battisti duecento bambini si raccolgono attorno a un ulivo appena piantato per ricordare una maestra scomparsa tre mesi prima. Ma al momento della benedizione cristiana, impartita da don Chino Raugna, tornano in classe, senza assistere al rito. Maria Raciti, dirigente del circolo didattico Duca d’Aosta, in cui è inserita la Battisti: "Decisione presa volutamente: la nostra scuola è aperta all’integrazione"
MONFALCONE
Quando per paura di discriminare si rischia di provocare una conseguenza peggiore. Tanto più che protagonisti, loro malgrado, sono alunni di una scuola elementare.


I FATTI.
Sabato mattina alla "multietnica" scuola elementare Battisti ("multietnica" è la definizione data ieri da una insegnante) 200 bambini si raccolgono attorno a un ulivo appena piantato per ricordare una maestra prematuramente scomparsa tre mesi prima. Ma al momento della benedizione cristiana, impartita da don Chino Raugna, tornano in classe, senza assistere al rito.


LE VERSIONI.
Due le versioni dell’accaduto. La prima: il "ritiro" degli alunni viene ricondotto al fatto che, all’interno dell’istituto, vi sono parecchi scolari di fede diversa da quella cattolica e dunque, in rispetto a tutti i credo, si è deciso di rivolgere la parentesi spirituale solo agli adulti, quindi familiari, colleghi e amici della defunta, l’insegnante 59enne Rosanna Cavallaro. La seconda versione è invece che il ”ritiro” rappresenta un preciso intendimento didattico: la necessità, secondo quanto riferito dalle docenti, di non turbare i bambini trattando temi delicati come il lutto. Resta il fatto che tra i 200 figuravano anche i 30 ragazzini delle quinte, che la maestra Rosanna l’hanno conosciuta bene prima della malattia. Ragazzini che si erano affezionati all’insegnante. Eppure sabato, anche a questi ultimi, è stato detto di tornare in classe.


PERCHÉ?
La benedizione è un’invocazione di bene per qualcosa o qualcuno e l’ulivo è la pianta simbolo universale della pace. Dunque, perché privare i bambini dall’assistere alla benedizione? Più di un genitore, in città, si è interrogato sull’opportunità del "ritiro". Tutto questo parlare, alla fine, è giunto all'orecchio del consigliere regionale della Lega Nord, Federico Razzini, che ha presentato un’interrogazione sollevando il caso a livello regionale. Monfalcone, città che ospita decine di nazionalità diverse (gli stranieri sono il 14,61% della popolazione) e accoglie una numerosa comunità musulmana (solo i bengalesi sono 1.437), non può esimersi dal riflettere su quanto avvenuto sabato.


LA SCUOLA.
Un episodio, per Maria Raciti, dirgente del circolo didattico Duca d’Aosta, in cui è inserita la Battisti, dettato da ragioni di "equità e uguaglianza": "È una decisione presa volutamente: la nostra scuola è aperta all’integrazione e all'inclusione". Alla luce delle etnie presenti nel plesso "si è pensato di non discriminare chi non si ritrova nei riti cattolici". "Anche quando compio gli auguri di Pasqua e Natale - ha aggiunto - faccio molta attenzione alle parole, per non offendere alcuno".


Ma questa sensibilità, non rischia di produrre effetti indesiderati? "Sono tranquilla e serena per questa decisione - ha concluso -. Bisogna entrare anche nella cultura degli altri: per questo a scuola pensiamo di aver compiuto una cosa a fin di bene. Il fatto che nessun bimbo abbia assistito al rito è garanzia di assoluta eguaglianza. Io devo seguire regole valide per tutti".

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