Monfalcone: velista annegato, condannato lo skipper

Un anno di reclusione al comandante Mosetti per il decesso del compagno di regata Pòrcile. Risarcimento ai familiari
La barca a vela Cutty Sark in cui Pòrcile perse la vita durante la regata Monfalcone-Portorose
La barca a vela Cutty Sark in cui Pòrcile perse la vita durante la regata Monfalcone-Portorose

MONFALCONE Un anno di reclusione, il pagamento delle spese processuali e, in solido con il responsabile civile Fondaria Sai spa, il risarcimento danni cagionati alle parti civili nella misura di 10mila euro per ciascuna delle cinque parti: totale 50mila euro. Infine, il pagamento delle spese delle parti civili liquidate in complessive 5500 euro.

Malore in regata, cade in mare e muore
Altran Monfalcone-28.08.2011 Recupero salma Sebastiano Porcile-Porticciolo Nazario Sauro-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

A quasi cinque anni dalla drammatica regata Monfalcone-Portorose-Monfalcone organizzata dalla Svoc il Tribunale di Gorizia, giudice Comez, ha emesso ieri alle 20.30 la sentenza di condanna per omicidio colposo ai danni del monfalconese Roberto Mosetti. Il pm Valentina Bossi aveva chiesto un anno di reclusione. L’avvocato difensore, Caruso, l’assoluzione per non aver commesso il fatto.

Secondo il Tribunale quindi, il comandante della Cutty Sark, Mosetti, non si attivò nella giusta misura per evitare l’annegamento del compagno di regata Sebastiano Pòrcile, di 50 anni. Soddisfatto l’avvocato Miseri delle parti civili (la madre di Sebastiano, signora Milvia, e i fratelli Andrea, Emiliano, Martino e Daniele): «Naturalmente il maggior risarcimento sarà richiesto in sede civile».

Il “giallo” del salvagente non utilizzato
Altran Monfalcone-28.08.2011 Barca della giuria e persone presenti alla Svoc Sebastiano Porcil-foto Paolo Posarellie-Svoc-Monfalcone -Foto di Katia Bonaventura

La discussione si è aperta con la deposizione spontanea di Roberto Mosetti. Nella sua memoria ha ricordato cos’è successo nella seconda parte della regata, domenica 28 agosto 2011 e ha concluso: «Ho fatto di tutto per salvare il mio amico. Ancora adesso non riesco ad esprimere il mio dolore ai familiari di Sebastiano. Da quella volta sono caduto in depressione, sto combattendo i problemi con l’alcol ma è difficile».

Sebastiano Pòrcile fu trovato morto annegato dall’equipaggio della capitaneria di Porto di Monfalcone verso le 14.30 di domenica 28 agosto. Indossava solo una maglietta. I soccorritori hanno testimonianto di aver avvertito un forte odore di alcol. Il medico legale che ha eseguito l’autopsia ha rivelato che tasso alcolemico di Pòrcile era del 2,45 per grammo.

«Molto rilevante», ha chiosato la pm Bossi. A bordo del Cutty Sark sono state trovate molte lattine vuote di birra. In una precedente udienza la compagna di Pòrcile aveva ammesso che Sebastiano aveva problemi di alcol. Così come Mosetti. È emerso che il comportamento di quest’ultimo, in qualità di comandante dell’imbarcazione, non è stato consono alle norme del diritto di navigazione.

Morì in mare, omicidio colposo per l’amico
La barca sulla quale morì Sebastiano Pòrcile

I due non dovevano affrontare una regata così impegnativa su un mare sferzato dalla bora e a bordo di un’imbarcazione difficile da governare. Soprattutto se brilli. Ma l’avvocato Caruso ha smentito che Mosetti fosse ubriaco. Molti gli interrogativi aperti: dall’obbligo di indossare il salvagente durante la regata, alla difficoltà di Mosetti di segnalare l’esatto punto dove era finita la Cutty Sark (al largo di Punta Sdobba) per finire con le modalità del tentato soccorso messo di atto da Mosetti nei confronti di Pòrcile.

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