Monfalcone, tiene il mercato del pesce. Oltre 80 anni di storia

MONFALCONE Regge la crisi economica il mercato del pesce a Monfalcone dove, nonostante tutto, il consumo continua per mantenere il segno positivo, grazie alla passione, all’esperienza e alla peculiare offerta del pescato nostrano. Il settore, dunque, forte anche di professionalità che derivano da conduzioni famigliari, depositarie di un “sapere” tramandato di generazione in generazione, affronta le difficoltà raccogliendo la sfida. Ne sanno qualcosa le tre pescherie cittadine e alla Cooperativa pescatori, legate tra loro da una storia indissolubile di oltre ottant’anni di vita, oggi “alleate” per affrontare la recessione e tenere in vita un settore tramandato da padre in figlio alle nuove generazioni.
Un mestiere radicato nel territorio fin dall’inizio del secolo scorso, come raccontano le numerose foto in bianco e nero, consumate dagli anni, che ricoprono le pareti del mercato ittico coperto in piazza Cavour. Immagini rare di pescatori, di personaggi di un tempo protagonisti che hanno superato tanti ostacoli, ma che oggi i loro “eredi” non sono da meno contro una crisi, che in questo settore sembra solo averla sfiorata.
Professionalità e capacità di sfida
Adriano Solidoro, titolare da 31 anni de “La Buona pescheria” nel mercato coperto di piazza Cavour, mostra con orgoglio la sequenza delle immagini sfumate. «Ecco – spiega – quella è la signora Catina. Quest’altra dietro al banchetto è la mamma dell’ex sindaco di Monfalcone Adriano Persi. Questa, invece, è la prima “Cooperativa fascista fra pescatori” nata nel 1932. Dopo gli eventi bellici, ha preso il nome di “Cooperativa fra Pescatori”. Altre foto sono della famosa tratta dei cefali. Questa pescheria, poi – aggiunge Solidoro – ha una lunghissima tradizione di famiglia, che risale all’inizio del secolo scorso, quando Redento Azzan, mio suocero, rappresentò il primo grossista di Monfalcone. Successivamente decise di affiancare all’attività di distribuzione anche una pescheria. Ed è proprio lì che ebbi il mio primo apprendistato. Poi decisi di mettermi in proprio aiutato dalla passione, dai miei genitori e da mia sorella. Una crescita enorme. Così mi ritrovai ad essere il più giovane all’interno di un contesto di “vecchi lupi di mare” e di personaggi che hanno reso celebre il mercato». «Questo posto - continua a raccontare Solidoro - dove vendono a fianco anche frutta e verdura, è un luogo dove si predilige ancora il rapporto umano, la fiducia, la professionalità e soprattutto il miglior pesce pescato, nostrano e freschissimo e di molteplice varietà».
Molti i negozi chiusi, ma l’attività resiste
Da dipendente nel 1985, a titolare dal 2008. Flavio Gregori, della pescheria omonima situata in una stradina del centro storico, il passo del Torrione, tra il campanile del Duomo di Sant’Ambrogio e Corso del Popolo, da 30 anni del mestiere sente una grande “responsabilità”. Quella di portare avanti la tradizione della più vecchia pescheria di cioè quella che una volta si chiamava “Da Ornella”, ceduta il 31 dicembre 2007 da Gustavo Ornella dopo 51 anni di lavoro, forte dell’esperienza di due generazioni, dal nonno al padre. «Certo devo innanzitutto a lui – dice Gregori – se mi è venuta la passione per il mare e per questo mestiere che è molto impegnativo, perché abbiamo pescheria e magazzino all’ingrosso in via Bagni con otto dipendenti e riforniamo alberghi, ristoranti di tutta la regione, ma anche Grado, Trieste, e Austria e Slovenia. Per la gioia di alcuni clienti, abbiamo delle vasche con “astici nostrani” e non importati che sono un forte richiamo. La pescheria, invece, molto conosciuta non solo in città che con in media 2-3 dipendenti, viene curata molto per soddisfare la gente con la qualità, pesce nostrano. Non posso parlare di crisi perché è un lavoro che va bene. Però – aggiunge – potrebbe andare ancora meglio se negli ultimi anni intorno alla pescheria il commercio non fosse diventato terra bruciata. Molti i negozi chiusi in Corso del Popolo, via Sant’Ambrogio è diventata tutt’altro rispetto al centro storico di una volta. E poi mancano i parcheggi in corso. Specie in inverno con il maltempo, si sente che cala la clientela che non riesce a raggiungere il negozio. Di questo ho parlato anche con il sindaco, Silvia Altran».
Il consumo di pesce cresce in periferia
Anche in via Primo Maggio, nella cosiddetta “periferia ovest” di Monfalcone, il consumo di pesce è in fase di crescita. Da ventisei anni è aperta la pescheria “Da Luisa” di Alessandro Destradi. «La dedizione a questo lavoro – spiega – è scaturita perché mia mamma, Luisa, appunto era una pescivendola ambulante da cui ho imparato i segreti del mestiere. Posso dire che nonostante le difficoltà economiche della gente, non posso lamentarmi. A volte la crisi si sente perchè prima si mangiava pesce tre volte la settimana, invece, oggi alcune famiglie ne diminuiscono la frequenza. Credo che in questo lavoro – afferma - bisogna avere le idee chiare, sul banco sempre pesce fresco e dare soprattutto fiducia alla gente senza disilludere le loro attese. Ovviamente – aggiunge Destradi – se si vuole vendere bene, è meglio avere pesce fresco, nostrano e soprattutto di qualità. Molti clienti non guardano neanche il prezzo. Oltre alla passione c’è da ricordare che questo mestiere impone sacrifici. Se si vuole un prodotto che abbia determinate caratteristiche, alle 4 di mattina bisogna essere già al mercato a Trieste dove le barche portano il pescato della notte».
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