Monfalcone, telecamera sul Duomo con fascio di luce anti-pipì
MONFALCONE L’area del campanile e del Duomo saranno blindate. Anche a prova di balordi che, sotto l’effetto dell’alcol o di altre sostanze, hanno eletto gli anfratti bui di via Sant’Ambrogio in vere e proprie latrine a cielo aperto. Perché ora i frequentatori tanto riluttanti al senso civico quanto recidivi a danneggiare il bene pubblico e le pertinenze parrocchiali, bivaccatori a tutte le ore, avranno filo da torcere. Non sarà certo facile, infatti, confrontarsi con un sistema di dissuasione piuttosto “invasivo”: si tratta dell’installazione di “sensori anti-pipì”, pronti a sparare violenti fasci di luce contro quanti si appartano nei coni d’ombra per l’espletamento delle funzioni fisiologiche.
Quanto ha escogitato il sindaco Anna Maria Cisint, assieme all’assessore Paolo Venni, è un sistema di illuminazione ad attivazione automatica, in prossimità delle zone buie, quale deterrente volto a eliminare un fenomeno che chiama in causa, oltrechè l’evidente decenza e senso civico, anche gli aspetti di natura igienico-sanitaria. È questa l’ulteriore misura rientrante nel pacchetto di azioni finalizzate a riconsegnare all’area del campanile e del Duomo, nonchè l’intera via Sant’Ambrogio, il decoro e il rispetto delle regole dovuti.
Il piano anti-degrado è stato condiviso dal Comune con il parroco don Fulvio Ostroman. Lo scorso 11 gennaio, infatti, il sindaco e l’assessore hanno incontrato in canonica il sacerdote assieme a un gruppo di collaboratori parrocchiali, per analizzare i dettagli del percorso di recupero dell’area spesso “ricettacolo” di bivaccamenti all’ombra del campanile, quando non di comportamenti molesti e a rischio. Il tutto è stato declinato in una delibera di giunta che tradurrà i suoi effetti concreti entro primavera, per la metà del mese di marzo.
Le misure non sono poche. A partire dall’implementazione della Polizia locale, attraverso l’assunzione di quattro agenti. Il primo è già in servizio, fino a completare il reperimento degli agenti entro la fine di febbraio. Confermata l’installazione di una telecamera non solo a scopo dissuasivo, utile a potenziare l’opera di monitoraggio e controllo da parte degli stessi agenti della Municipale e a prevenire situazioni di rischio, arginando l’insorgere di liti, se non di risse che spesso l’hanno fatta da padrona in via Sant’Ambrogio. Anti-bivacco sarà la base del campanile, appannaggio di balordi e alcolisti che la utilizzano come panchina di rituale riferimento. Anche in questo caso la misura sarà netta, con l’installazione, a cura del Comune, di un sistema di dissuasori di seduta. Una misura difficile da ignorare dovendo avere a che fare con pungenti lamine di acciaio ondose. Il tutto a fronte del consenso esplicito da parte della Parrocchia di Sant’Ambrogio, con la quale l’amministrazione comunale ha intavolato la trattativa.
Resta off limits lo spazio pubblico prospiciente il bar gestito dai bengalesi davanti al campanile, per il quale l’amministrazione comunale ha negato l’autorizzazione alla sistemazione di sedie e tavolini, autorizzazione peraltro mai conseguita. «Il percorso portato avanti assieme al parroco don Ostroman - dice Cisint - rientra nell’ambito di una complessiva opera di riqualificazione e di rilancio del centro cittadino. La volontà è quella di dare una svolta con la dovuta attenzione alle zone di pregio e in prossimità delle chiese. È una questione di civiltà, di regole e di buonsenso. I monfalconesi hanno diritto di frequentare il centro senza dover imbattersi in situazioni quantomeno spiacevoli. L’obiettivo punta a favorire l’animazione anche a sostegno delle attività commerciali, di garantire adeguate misure anti-degrado e di ripopolare la città». Il primo cittadino rimarca: «Non si tratta di limitazioni alla libertà individuale, piuttosto di valorizzare e salvaguardare la libertà di tutti, di un tessuto sociale. Il punto, infatti, è che i cittadini tornino a frequentare il centro con la dovuta tranquillità». E aggiunge: «Stiamo lavorando sul fronte della sicurezza, con il coinvolgimento delle forze dell’ordine con le quali è stato avviato il tavolo di confronto».
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