Monfalcone, stato vegetativo risarcito con 1,5 milioni
MONFALCONE Risarcimento da 1,5 milioni di euro a favore di Claudia Durigatti, 63enne di Turriaco, e dei suoi familiari. La donna è ridotta in stato vegetativo, a causa della mancata ossigenazione al cervello, per una decina di minuti, mentre era ricoverata al reparto di Rianimazione del San Polo.
I fatti risalgono al 2005. E ora, a distanza di quasi otto dalla causa civile, è stata emessa la sentenza da parte del Tribunale civile di Gorizia, in virtù dell’apertura del procedimento distinto rispetto a quello penale. Con la sentenza emessa dal giudice civile Barbara Caponetti, sono stati condannati al risarcimento dei danni l’allora Azienda sanitaria numero 2 Isontina, e l’assicurazione della quale si avvale l’Azienda. La sentenza, pur appellabile, è immediatamente esecutiva, con il relativo versamento della somma alla signora Durigatti e ai suoi familiari.
In particolare, l’Azienda sanitaria è tenuta a pagare 500mila euro, mentre il restante importo del ristoro è a carico dell’assicurazione. La somma, come è stato stabilito nella sentenza del Tribunale civile goriziano, è stata suddivisa in circa 950mila euro a favore di Claudia Durigatti, mentre l’importo restante andrà a favore del coniuge Paolo Pascoli, anche rappresentante dell’amministratore di sostegno della donna, e l’unica figlia della coppia.
Si è, dunque, chiusa in questi termini la procedura civile, promossa dal legale difensore della donna e della famiglia, l’avvocato Massimo Bruno, del Foro di Gorizia, che ha anche sostenuto le loro ragioni in sede penale.
Claudia Durigatti, dunque, era stata ricoverata nella notte tra il 3 e il 4 novembre nel 2005 all’ospedale di San Polo, in seguito ad una grave crisi di asma. Al reparto di Terapia intensiva, era stata intubata correttamente. Tuttavia, la paziente, in preda ad una forte agitazione e a causa di un conato di vomito, si era involontariamente strappata il tubo di apporto dell’ossigeno. Non ripristinato tempestivamente, comunque nei tempi utili ad evitare lo stato ipossemico.
La donna rimase privata della necessaria ossigenazione per una decina di minuti, tale da provocarle una encefalopatia irreversibile, riducendola in uno stato vegetativo, tecnicamente definito stato vegetativo secondario persistente. Stando a quanto emerso nel procedimento penale, ripristinata l’intubazione, l’ossigenazione era risultata carente a causa di un’occlusione al tubo.
Di fatto, pertanto, sempre secondo quanto era emerso nel processo penale, non sarebbero stati adottati gli accorgimenti necessari a evitare una possibile estubazione, che invece è avvenuta, da parte della paziente. Altro aspetto è legato alla compilazione della cartella clinica della donna, per la quale è scaturito il reato di falso.
Per tutto questo era stato condannato Giuseppe Di Salvo, 69 anni attualmente in pensione, all’epoca in servizio al reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di San Polo.
Una drammatica vicenda, che ha rovinato la vita di una famiglia. La signora Durigatti deve essere costantemente accudita. Vive in una villetta a Turriaco, che è stata completamente adattata alle sue esigenze. Totalmente non autosufficiente, non è in grado di parlare, viene alimentata da una sonda gastrica e respira attraverso un foro all’altezza della gola. Viene assistita dal marito e dalla figlia, mentre uno specialista si occupa della fisioterapia. Un calvario, a fronte di enormi sacrifici dovendo peraltro combattere con le difficoltà di ordine economico.
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