Monfalcone, sono 200 le richieste di affido per gli Amstaff sequestrati

La lista di adesioni inviata dalla cuccia all’asugi 
Un Amstaff sottratto ai combattimenti fra cani
Un Amstaff sottratto ai combattimenti fra cani

Sono circa 200 le persone che si sono fatte avanti tramite mail per avere in affido uno dei 16 cuccioli di Amstaff in custodia da parte dell’associazione La Cuccia nel rifugio di Dobbia, dopo il sequestro operato il 10 febbraio a Gorizia da parte della Squadra volante della Polizia di Stato con il supporto del Corpo forestale regionale Stazione di Gorizia.

L’associazione ha deciso di chiudere la possibilità di richiedere l’assegnazione, per ora provvisoria, di uno dei 16 esemplari a fronte della mole di richieste giunte, come sempre, da tutta Italia. L’associazione ha limitato i candidati all’affido a persone e famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia, anche per agevolare futuri controlli.

«A dire l’ultima parola sulle assegnazione sarà però il Servizio veterinario dell’Asugi», sottolinea la presidente de La Cuccia, Laura Grassi, che spera di poter procedere agli affidi nell’arco di una settimana al massimo. «I cani sono cresciuti nell’arco di un mese e hanno bisogno di spazi adeguati o», spiega. L’associazione ha sentito al telefono tutti i candidati all’affido, stilando la lista a fronte di una conoscenza già esistente della razza e quindi delle caratteristiche comportamentali degli Amstaff. «Ci sono famiglie che hanno al momento un cane, rigorosamente sterilizzato, e altre che non ne hanno, ma che, appunto, hanno già gestito degli Amstaff», aggiunge Grassi, che, con l’associazione, non era sicura sarebbero arrivate molte richieste per cuccioli appartenenti a una razza che può rivelarsi di difficile gestione (in cattive mani). «Siamo sollevati che questi cuccioli siano stati sottratti a un traffico illecito e a un futuro particolarmente triste», aggiunge.

I cani, stipati, nonostante le dimensioni, in pochi trasportini all’interno di una Volkswagen cabriolet, con targa del Montenegro, segnalata da un cittadino perché vista in posizione defilata, non stavano compiendo il viaggio dai Paesi dell’Est verso l’Italia, ma dalla Francia verso la Serbia o il Montenegro. A trasportarli un cittadino serbo al quale sono stati contestati dalla Procura di Gorizia i reati di traffico illecito di animali da compagnia e di maltrattamento. Molto probabile, anche per le forze dell’ordine, che i cani fossero destinati ai combattimenti clandestini. —


 

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